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Zenit - Lazio, Dini: "Russi in difficoltà, ma occhio a Driussi. Semak come Inzaghi"

di Federico Marchetti
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
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In collegamento con Radiosei è intervenuto l'avv. Giulio Dini, esperto di calcio russo che ha introdotto la sfida di Champions League di questa sera tra Zenit e Lazio: "Lo Zenit è cambiato negli anni, quello di Spalletti aveva l'ossatura della Nazionale e della squadra che aveva vinto l'Europa League. Fecero qualche grosso investimento, poi ci sono state stagioni alterne e cambi di regolamento come l'impossibilità di avere più di otto stranieri in lista. Ora lo Zenit è in difficoltà, ha perso male una partita col Bruges comunque ben giocata. A Dortmund anche la sconfitta arrivata dopo una possibilità di pareggio, seguita subito dopo da un'altra debacle in casa contro il Rubin Kazan. La Champions sicuramente porta via tante energie, lo fa anche con lo Zenit. Azmoun non ha giocato le ultime due gare e si tratta di un giocatore importante, con cui Dzyuba si trova a meraviglia. Lo Zenit è comunque una squadra solida, fisica, ha due centrali difensivi forti ed esperti che molti club italiani vorrebbero avere. C'è Barrios che è il perno del centrocampo, poco conosciuto in Italia ma fondamentale per la squadra. Davanti se gioca Driussi vicino a Dzyuba occhio perché può creare difficoltà, ha tecnica, rapidità e un buon calcio da fuori".

SEMAK COME INZAGHI - "Non credo che lo Zenit potesse essere considerato la squadra di riferimento del girone, che è equilibrato: solo il Dortmund parte un gradino sopra. In questo momento lo Zenit pensa al momento che sta attraversando, come tutti i club abituati a stare in cima alla classifica non si aspetta di trovarsi in queste situazioni. Chiaro che nelle grandi città in questi periodi cominciano i mormorii. Semak? Lui è adorato, è stato calciatore, collaboratore dello staff e ora allenatore allo Zenit. Un paio d'anni fa non avendo tanto tempo il club ha pensato di dare l'incarico a questa figura emergente, è un po' come l'Inzaghi della situazione: la bandiera del club di grande personalità ed esperienza a cui si affida la prima squadra. Pochettino? Mi dispiacerebbe un cambio in panchina, sarebbe ingiustificato perché la stagione è ancora tutta da giocare e lo Zenit è secondo in campionato. Pochettino sarebbe un cambio radicale di rotta e comporterebbe investimenti coerenti. Lo stadio dello Zenit? Meraviglioso, l'acustica può avvantaggiare anche la presenza di un pubblico più ristretto di 15-20mila persone. La tifoseria segue la squadra per tutta la gara, non è particolarmente focosa ma è molto attaccata all'unico club di San Pietroburgo". 

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