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Serie A, va presa una decisione entro metà aprile: altrimenti addio stagione

di Francesco Mattogno

Scontri, battibecchi, tensioni. Seppur in videoconferenza, le assemblee di Lega continuano a scaldarsi con cadenza regolare. Dopo il gelo della scorsa settimana - quando i club hanno realizzato per la prima volta che potrebbe anche saltare la stagione -, ieri le varie fazioni sono tornate all'attacco. Fazioni che sono facilmente riassumibili in Lotito contro tutti. Il patron della Lazio, come noto, è il più fervente sostenitore della ripresa degli allenamenti (e quindi della Serie A) in tempi brevi. Altrimenti il danno economico generato dallo stop sarebbe enorme. Ma, a parte qualche timido sostenitore, il resto delle società si fa scudo dietro la figura di Andrea Agnelli: lui, invece, un convinto anti-campionato (“Prima la salute”). Nel braccio di ferro tra le varie contendenti, sia i vertici della Serie A che della Figc prendono tempo. Rimandano. D'altronde, sembra evidente che l'emergenza coronavirus non potrà risolversi in tempi brevi, o almeno non brevi quanto avrebbero sperato Gravina e Spadafora: “Serie A al via i primi di maggio”, dicevano. Quindi in Lega si aspetta di capire se il campionato sia in grado di ripartire almeno verso la metà di maggio. Ma le lancette scorrono.

LA NUOVA PROPOSTA - Come riporta la rassegna stampa di Radiosei, la Serie A dovrà prendere una decisione entro metà aprile in modo da permettere alle squadre di tornare ad allenarsi e di riprendere la stagione per maggio inoltrato. O così, o il campionato salta e se ne riparla nel 2020/21. Perché non convince, in Lega, la proposta dell'Uefa di ripartire a giugno per chiudere la stagione il 15 luglio. In questo modo la nuova stagione ne verrebbe condizionata (o “falsata”, come piace dire a tanti) troppo pesantemente. Perciò una delle ipotesi che sta più prendendo piede è la seguente. Chiudere il campionato qui, non assegnando lo scudetto e “cristallizzando” i piazzamenti europei per la prossima stagione (ergo: la Lazio sarebbe in Champions). Questo significherebbe bloccare le retrocessioni e promuovere le prime due della Serie B (Benevento e Crotone) trasformando la Serie A a 22 squadre. L'extrema ratio per salvare il salvabile e mettersi alle spalle il caos di questo assurdo inizio di 2020.

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