.

Serie A, De Siervo: “Caso D’Onofrio? È inquietante”. Poi sul Mondiale…

di Martina Barnabei

Nel corso del lungo intervento ai microfoni di Rai Gr Parlamento, Luigi De Siervo si è soffermato su alcuni temi caldi del momento. Dal caso D’Onofrio al Mondiale, passando per la sfida dell’Italia contro l’Austria. Questi le parole dell’amministratore delegato della Lega Serie A: “È una vicenda incredibile e inquietante. Non mi sento tranquillo, come Serie A seguiamo con attenzione e rispetto per chi sta indagando, ma questa cosa richiede spiegazioni convincenti. Se è vero quello che leggiamo e questa persona era una persona che trasportava i quantitativi di droga che abbiamo letto per delle cifre ridicole, mettendo a rischio se stesso, quello che rappresentava e la propria famiglia, viene difficile capire come potesse ricoprire certi ruoli. Non ho un'idea, non credo alle cospirazioni e alle leggende, ma vorrei capire com'è stato possibile e come per oltre 13 anni questa persona sia potuta crescere in confidenza e responsabilità, senza che nessuno capisse che persona fosse. D'Onofrio mi sembra un soldato, non un generale: è una persona che veniva mandata a picchiare o a prelevare droga, non aveva un'autonomia piena e questo preoccupa profondamente il sottoscritto e tutto il mondo del calcio. Non troverete mai nella mia vita una dichiarazione contro gli arbitri, chiedo soltanto un'analisi profonda perché il tema che viene analizzato è alla base del lavoro che svolgiamo noi tutti i giorni”

MONDIALE - “Era importante essere presenti al per capire, è un calcio che da un lato cerca di mettere insieme nuovi pubblici, cercando di proseguire in questa crescita e dall'altro vede una serie di questioni che si rendono necessari. Questo è il mondiale più discusso di sempre, ciascuno può farsi un'idea. È sempre complicato trovare una modalità per discutere, l'ha fatto Infantino ieri con un discorso molto duro che personalmente non condivido, ritengo più condivisibili gli editoriali dei grandi quotidiani: lezioni di moralità fatti da certi posti suonano stonate. Credo che questo mondiale rappresenti l'occasione di riflettere per capire cosa vogliamo che sia il calcio. È un patrimonio che va sviluppato e difeso con scelte diverse in futuro”

NAZIONALE - “Il mondo dello sport è meritocratico, per chi è esperto di atletica leggera sai che puoi essere il più veloce ma se non vinci nei trial non competi a livello mondiale. Eventualmente si potrebbe discutere su quanti posti ha diritto un continente o l'altro, ma qui si apre tutta una serie di riflessioni: il calcio è e sarà lo sport più inclusivo al mondo. Ci saranno due generazioni di ragazzi che non hanno visto un mondiale e questo per chi ha avuto un'infanzia come la nostra è difficile da accettare. Di analisi ne sono state fatte tante, resta l'amarezza di aver provato due generazioni di undici anni di calcio mondiale"

CLICCA QUI PER TORNARE IN HOME PAGE


Altre notizie
PUBBLICITÀ