Serie A, Castellacci sul protocollo: "Quelli di giugno non vanno più bene"
Fonte: Radio Punto Nuovo
In Serie A, come nelle altre leghe del calcio italiano, i giocatori continuano a essere positivi al Coronavirus. Nonostante ciò i campionati continuano a essere disputati grazie ai protocolli sanitari in vigore che regolamentano ciò che le società devono fare per contenere il virus. Per Enrico Castellacci, ex medico sportivo della Nazionale italiana, le norme andrebbero riviste: "Purtroppo anche attualmente ci sono i protocolli di giugno, quando la carica virale era molto bassa e il virus stava scendendo. Ora con 30.000 casi al giorno, dove è molto facile entrare in contagio con qualche positivo, credo che i protocolli dovevano essere un pò più severi. Non dico che ora bisognava fare una bolla, perché sarebbe una cosa paradossale e dispendiosa, ma fare dei ritiri in alberghi con solo calciatori, avere il meno contatto possibile con l’esterno, questo si. Le famiglie? Chiaramente è un problema, però se si vuole andare avanti credo che qualche sacrificio andava fatto. Io ad esempio vengo dall’esperienza della Cina con la squadra di Cannavaro e ora la Champions League asiatica qui a Doha. Noi siamo in un albergo, in una bolla e non possiamo uscire se non per fare allenamento e partita. Questo è”.
DISTINZIONI TRA LEGHE - "In passato ho detto che bisognava distinguere i protocolli dalla A alla B alla C. La Serie A ha ad esempio strutture che potrebbero ospitare una bolla ed evitare enormi contagi. Serie B e Serie C, per costi ed altro, ovviamente no. Bisogna fare una valutazione razionale ed obiettiva delle varie situazioni”.
ANDAMENTO DEL VIRUS - "Difficile dire se la curva si stia abbassando. Il Covid ha insegnato a tutti che non si possono fare pronostici. Il trend sta migliorando anche perché ci sono stati dei lockdown più o meno parziali, la mia paura è per Natale quando potrebbe essere liberato di nuovo tutto. Bisogna fare attenzione. Da un punto di vista calcistico bisogna stare molto attenti perché non penso che i contagi possano finire da un giorno all’altro”.
NESSUNA IMMUNITA' - "E’ un dato su cui riflettere, ma è un dato scientifico. Chi prende il Covid e lo prende con una virulenza bassa, sviluppa meno anticorpi e quindi è più facile che possa riprenderlo. E’ tutta una questione di anticorpi. Probabilmente questi giocatori che hanno ripreso il Covid, nella prima occasione avevano preso il virus con una carica bassa e ora ci sono ricascati. Purtroppo ci può stare, ma questo vale per tutti noi”.