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Paparelli, al Verano l'ennesima scritta della vergogna. Ma i tifosi romanisti la cancellano - FOTO

di Andrea Centogambe
Fonte: Andrea Centogambe/Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it

AGGIORNAMENTO 15.00 - E' la tifoseria romanista a reagire, cancellando la scritta infame comparsa sul muro di cinta del Verano. Un graffito nauseante: la sola possibilità che possa essere ricollegato a una tifoseria piuttosto che a un'indecenza assolutamente priva di colori e valori, va scongiurata. Ci pensa il gruppo giallorosso Fedayn Quadraro: prima ha coperto l'offesa arrecata alla memoria di Vincenzo Paparelli. Poi ha lasciato una nuova scritta: "Vincenzo, Antonio, Gabriele, Ciro... vivono!!!", come riporta Romanews.eu (CLICCA QUI PER LA FOTO)Un messaggio, quello lanciato dai tifosi romanisti, che ricalca quel "Oltre i colori" dichiarato dallo striscione esposto domenica scorsa in Curva Nord, in ricordo dei due tifosi, padre e figlio romanisti, le cui vite sono state stroncate da un incidente tornando dallo stadio. Paparelli, De Falchi, Sandri, Esposito: tifosi, ragazzi come tutti quelli che calcano gli spalti di uno stadio ogni domenica, con quella stessa passione.

AGGIORNAMENTO ORE 13.20 - Usa l'arma del sarcasmo, Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo. Dare troppa importanza a gesti del genere sarebbe come valorizzare il nulla assoluto. "Questa è l'ultima chicca - scrive Gabriele sul suo profilo Facebook - che ci hanno regalato questi artisti di strada! Un po' più di colore ed era perfetta". 

Quasi una ricorrenza, ormai, una vergognosa ricorrenza. Un gesto vile, vigliacco, opera di chissà quale mente illuminata. È successo ancora una volta, il giorno dopo il 35esimo anniversario della morte di Vincenzo Paparelli. Sul muro di cinta del Verano - come riportato dalla fotonotizia di Repubblica.it a firma a di Marco Ercole -  è comparsa una scritta che recita: "2014 nulla è cambiato, ancora godo per il razzo sparato. 10-100-1000 Paparelli". L'ennesima offesa alla memoria di un uomo ancor prima che un tifoso, l'oltraggio a una famiglia, a una città intera. È ora di finirla. 

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