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Padovan attacca i tifosi della Lazio, Pedullà risponde e centra il punto: il tifo è una fede che va difesa ad ogni costo...

di Marco Valerio Bava
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it

La sacralità della fede calcistica è qualcosa di difficilmente comprensibile per gli atei del pallone. Una fede che, come tale, è radicata in buona parte del popolo e porta con sé rituali da esguire con regolarità: lo stadio alla domenica, come una messa rumorosa e colorata. Il calcio è passione pura, genuina, forse una delle poche forme di verità possibili rimaste in un mondo regolato dal dover apparire e dal malaffare. Quando un tifoso è allo stadio o è davanti alla tv, mette da parte ogni questione quotidiana, ogni problema e si lascia andare, concede a se stesso un'ora e mezza di libertà assoluta: si abbandona alle emozioni e allora un abbraccio con uno sconosciuto o un pianto liberatorio diventano le cose più normali del mondo. E' proprio questo lo spettacolo: non c'è giocata di Messi che tenga.  E' puro il tifo ed è una delle poche parti sane rimaste in questo calcio malato, marcio, da rifondare. Non va offeso il fan, va appoggiato e sostenuto, soprattutto in un momento come questo, in un momento in cui cadono gli eroi e lo scoramento avanza inesorabile. Il calcioscommesse è una pagina nera, nerissima ma ancora tutta da scrivere perché le indagini sono in corso e prima di stilare la lista dei colpevoli e degli innocenti ci vorrà del tempo. Quello che ci vuole in questo momento, invece, è buonsenso: una forma di saggezza che dovrebbe portare gli addetti ai lavori a tutelare chi, da questa piaga, viene colpito al cuore. Un cuore spezzato, come quello di un innamorato tradito che, però, forse per ingenuità o forse perché spinto da un sesto senso figlio dell'amore più candido vuole credere fino all'ultimo all'innocenza del suo mito. Non si deve scherzare con i sentimenti e il calcio genera emozioni uniche. Meraviglia, dunque, ascoltare un giornalista esperto e navigato come Giancarlo Padovan proferire parole velenose verso i sostenitori della S.S.Lazio in una delle reti sportive più seguite. Il "fattaccio" è avvenuto poche sere fa negli studi Sportitalia: "I Laziali devono sapere che, sventuratamente, tifano per una squadra che è stata coinvolta in tutti i grandi scandali del calcio italiano -ha attaccato Padovan-, c'è sempre la Lazio di mezzo: sarà solo sfortuna? Che devo dirvi, sarà solo fortuna. Ma io ho detto che voglio farmi odiare da loro". Premesso che l'odio è un sentimento nobile, in quanto opposto all'amore e quindi riservato solo a pochi, le parole di Padovan lasciano interdetti soprattutto perchè suonano come un attacco gratuito, inutile e sconclusionato. Parla di sfortuna Padovan e ha ragione, non è possibile trovare altri collegamenti tra i vari scandali: nel 1980 c'erano per caso le stesse persone implicate oggi? No. E allora di cosa parliamo? Ci fossero stati gli stessi soggetti coinvolti, il discorso del giornalista avrebbe avuto un fondamento, ma così non è. Tutto questo veleno, tra l'altro, è stato riversato sui tifosi della Lazio. Un attacco buttato lì, poi, senza aspettare le sentenze dei vari processi: essere indagati non vuol dire essere colpevoli, essere sottoposti a custodia cautelare non vuol dire aver commesso il reato. Si chiama garantismo ed è uno dei fondamenti della nostra Cosituzione. Bene ha fatto Alfredo Pedullà a rispondere, in studio, a Padovan. "Il tifo è una fede, i tifosi stanno soffrendo per una vicenda nella quale mai avrebbero voluto essere coinvolti". Parole sagge, pacate che centrano il punto. Il tifoso è una vittima, va tutelato e coccolato in un momento in cui la tentazione di mandare tutti a quel paese è fortissima. La storia della Lazio poi, sappia Padovan, è uno dei motivi di vanto per tutta quella gente che dopo 112 anni ancora continua a incarnare quell'idea nata dallo spirito puro e sportivo di Luigi Bigiarelli. La S.S. Lazio 1900 è ente morale, insignita di simile onoreficenza, nel 1921, da Benedetto Croce -allora Ministro dell'Istruzione- per l'opera di formazione portata avanti tra i giovani del popolo romano, ma forse questo l'ex direttore di Tuttosport non lo sa. La storia della Lazio è un cammino affascinante, fatto anche di incidenti di percorso come, appunto, gli scandali: peccati per i quali, però, la Lazio ha sempre pagato. I tifosi biancocelesti sono stati forgiati dalle difficoltà, hanno sofferto, ma nonostante tutto ci sono ancora, sempre più forti, sempre più convinti e orgogliosi della loro fede, della loro passione, del loro amore. Amore altro non è che la negazione della morte: morte di un movimento tenuto ancora in vita solo dal sentimento di un popolo da difendere a tutti i costi. 


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