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Nesta torna sull'addio alla Lazio: "Club sommerso dai debiti, decisione giusta. Futuro? Voglio allenare"

di Andrea Centogambe
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it

Da Nesta a Vieira, da Rivaldo a Figo, passando per Gattuso e Deco. Un concentrato di calcio da far spavento, un pezzo di storia del pallone fa tappa al Gelora Bung Karno Main Stadium (situato in quel di Giacarta), dove è in scena in questi giorni il 'Domikado Football Legends Tour 2014'. Intercettato dai microfoni di Goal.com, Alessandro Nesta ha rilasciato una lunga intervista, nel quale parla di Milan, Lazio e futuro. Ve la riproponiamo integralmente.

Per il Milan, quella appena conclusa, è stata una stagione molto deludente...

“I problemi derivano dal fatto che non ci sono soldi per acquistare nuovi giocatori. Tutta l'Italia dal punto di vista economico sta attraversano una fase molto negativa”.

L'infortunio di Riccardo Montolivo obbliga i rossoneri ad acquistare in quella zona del campo...

“Ovviamente, c'è bisogno di un giocatore. Ma io non so chi, tutto dipende dalla disponibilità economica che hanno”.

Quindi il problema principale è da ricondurre ai soldi?

“Sì. Non hanno più uno strapotere economico perché Berlusconi e le sue società non guadagnano più come prima. Fino a poco tempo fa il Milan avrebbe potuto spendere fino a 100 milioni di euro, adesso no. Questa è la differenza”.

Cosa ne pensi dell'acquisto di Alex?

“Per me un buon giocatore, ma serve qualcosa di più”.

Parliamo di Lazio, nel 2002 te ne sei andato per salvare il club?

“Sì, quando me ne andai la Lazio era sommersa dai debiti. Nello stesso anno andò via anche Crespo, mentre nella stagione precedente era partito Nedved. Fu la decisione giusta per la Lazio”.

Dopo nove anni alla Lazio e dieci anni al Milan, hai deciso di passare al Montreal Impact. Per quale ragione hai scelto proprio quel club?

“Marco Vaio, uno dei miei migliori amici, era già lì. Lui mi ha chiesto se avevo voglia di concludere la mia carriera in Canada, ho risposto di sì. Di Vaio è stato determinante nel mio trasferimento al Montreal”.

L'Italia ha ottenuto la sua ultima vittoria nel settembre dello scorso anno; nella recente amichevole con il Lussemburgo non è andata oltre l'1 a 1. C'è grande preoccupazione in vista dei Mondiali...

“In amichevole l'Italia raramente ha mostrato un bel gioco. Poi quando inziano i Mondiali o gli Europei, la squadra si trasforma. Non so perché, ma è così”.

Capitolo futuro, hai intenzione di diventare un allenatore?

Dopo il ritiro la cosa migliore che si possa fare è allenare. Adesso proverò a prendere il patentino in Italia”.

Quale squadra vorrei allenare?

“Non lo so, ma sto cercando la soluzione migliore per me". 

Ci sono possibilità di tornare al Milan per far parte dello staff tecnico?

“No. Ci sono molti giocatori che vorrebbero allenare lì, quindi non ci penso”.

Dopo Clarence Seedorf dovrebbe toccare a Filippo Inzahi il compito di guidare la compagine meneghina. Che ne pensi?

“Non lo so. Pippo non ha firmato ancora un contratto, non c'è stata alcuna dichiarazione ufficiale. Ma nel caso andasse così, penso che sarà un grande allenatore”.

Tuo figlio Tommaso ha sei anni, hai già intravisto in lui un talento?

“Lui è ancora molto giovane, ma gli piace il calcio. La cosa più importante per lui in questo momento è la scuola, dopodiché se vorrà giocare a calcio ben venga”.

Negli ultimi anni chi ha messo in mostra un gioco difensivo è stato criticato. È successo a José Mourinho al Chelsea...

“La gente vuole vedere un calcio offensivo, perché è più divertente. Mourinho non è un difensivista, schiera la squadra a seconda dell'avversario che incontra”.  


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