Matteo, eroe biancoceleste: "Ecco come ho salvato quei bambini..."
Fonte: Niccolò Di Leo - Lalaziosiamonoi.it
Si chiama Matteo Iacobacci ed è un super tifoso della Lazio il ragazzo che, lo scorso Lunedì, si è reso protagonista di un atto eroico, portando in salvo 33 bambini da un incendio. Matteo con la sua freddezza è stato in grado di gestire una situazione quasi drastica, scampando un pericolo che poteva mettere a rischio l'incolumità di molti. Glaciale e sicuro, come il suo idolo Miroslav Klose sotto porta, non ha esitato un attimo quando ha visto il cielo ingiallirsi sopra la sua testa. Un atteggiamento da leader, proprio come il giocatore che più di tutti oggi stima nella Lazio di Maurizio Sarri: Ciro Immobile. Matteo si è comportato da vero e proprio eroe, un eroe con il cuore bianco e celeste e ciò lo rende ancora più speciale. In esclusiva ai nostri microfoni ci ha spiegato cosa è successo quel giorno:
Ciao Matteo, in questi giorni ti sei reso protagonista di un atto eroico. Raccontaci c'è successo...
"Lunedì stavamo mangiando nella sala del circolo dove stiamo sempre. Mentre consegnavo i pasti ai bambini, ho visto davanti a me una colonna di fumo, derivata da un principio di incendio. La responsabile mi ha chiesto cosa ne pensavo della situazione e, vedendo il vento tirare dalla parte opposta, ho immaginato che non ci colpisse. Nel giro di pochi minuti, però, il vento è cambiato e il cielo improvvisamente è diventato giallo, come succede durante gli incendi. Allora abbiamo deciso di chiudere le finestre, per evitare che entrasse altro fumo, e abbiamo acceso i condizionatori per far circolare più aria.
Ma non sembrava bastare e allora ho pensato fosse giusto far evacuare tutti i bambini. Li abbiamo fatti mettere in fila indiana, coprendogli la bocca e il naso con le magliette, come si fa sempre in queste situazioni. Insieme agli altri animatori li abbiamo portati nel parcheggio vicino, essendo vuoto e quindi non a rischio. Li ho fatti mettere seduti, dietro un muretto, per fare in modo che stessero bassi e coperti. Ho deciso di andare a prendere delle bottigliette d'acqua negli spogliatoi, dove erano quasi arrivate le fiamme. Fortunatamente sono riuscito a ritornare con le bottiglie, li abbiamo messi in macchina e li abbiamo portati in salvo".
In quanto tempo si è sviluppata?
"Il tutto è successo in neanche mezz'ora, ma è stata una situazione intensa e pesante. Fino al giorno dopo abbiamo avuto l'adrenalina a mille, non siamo riusciti neanche a mangiare. Quando si tratta di bambini, soprattutto quando sono così tanti, è dura gestirla e digerire quello che è successo. Fortunatamente, però, è andata bene, ma la paura che andasse peggio c'era. Eravamo in totale una cinquantina di persone, ognuno aveva un'idea differente e in queste situazioni farsi prendere dal panico è facile".
Per fortuna le cose sono andate per il meglio, ora sdrammatizziamo un po'. Tu sei tifoso della Lazio vero?
"Si, sono tifosissimo. Mi sono innamorato da quando avevo sei anni, quando un bambino inizia a capire certe cose. Il momento, però, in cui mi sono veramente appassionato è stato alla prima partita di Cissè con la Lazio. Ricordo lo Stadio e il boato del pubblico, ero con mio cugino e la mia famiglia. Sono emozioni che ti porti dentro per sempre".
Come hai vissuto questa stagione?
"Ti dico la verità: un pò tra alti e bassi, all'inizio non ero molto soddisfatto del gioco, ma avevamo appena cambiato allenatore ed era un momento di transizione. Poi, però, ho visto una squadra che ha iniziato a girare e alla fine ha centrato l'obiettivo del'Europa, che mi ha reso assolutamente soddisfatto. Inoltre sono andato spesso allo Stadio e questo mi ha reso più felice".
Ci sono dei giocatori che porti più nel cuore?
"Non so perchè ma Miroslav Klose è quello a cui sono più affezionato, ho la sua maglietta firmata in camera, dentro un quadro. E' il giocatore che ho amato di più nella storia della Lazio. E' stato amore a prima vista. Per quanto riguarda la squadra di oggi, ovviamente Ciro Immobile, come si fa a non amarlo?".
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Pubblicato l'1/07 alle 17.37