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Massimo Maestrelli: “L'affetto della gente per mio padre lo fa sentire vicino a me. Quest’anno derby ad armi pari”

di Lalaziosiamonoi Redazione
Fonte: Alessandro Vittori - Lalaziosiamonoi.it

Il 2 dicembre per i tifosi biancocelesti non può essere un giorno comune: è l’anniversario della morte di colui che rappresenta un pezzo di storia della Lazio, Tommaso Maestrelli condottiero della Lazio del ’74. Quest’anno in concomitanza con il quarantennale da quel tragico evento, ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto Massimo Maestrelli, figlio di Tommaso, che ha ringraziato tutti per la vicinanza: “Rimango sorpreso perchè questi 40 anni sono volati. Da tutto il mondo Lazio e non solo ha ricevuto grande vicinanza, si sono oltrepassati i confini della normalità in modo da far sentire ancora presente tra noi la figura di mio padre. Questa sera alle 19, nella chiesa del Cristo Re ci sarà una messa commemorativa. Mi auguro che tutti gli angeli biancocelesti (papà, Chinaglia, Re Cecconi e Frustalupi) si godano il derby di domenica dando una mano a Inzaghi e i ragazzi”.

SUL DERBY DI DOMENICA – Da fuori il gruppo attuale sembra molto compatto: mi fa piacere che in questi casi si faccia riferimento alla squadra del ’74, come se quelle figure fossero sempre vive oltrepassando il tempo. Vorrei vedere un derby brutto, cattivo, ma vincente, per le partite belle ci sono altre occasioni. Negli ultimi due anni si respirava un’aria di arrendevolezza, adesso arriviamo ad armi pari. L’abbraccio di ieri a Formello è stato un gesto spontaneo e molto importante: per un giocatore essere coccolato è il massimo, si vive per l’affetto dei tifosi e per vedere lo stadio pieno. L’entusiasmo motiva e carica la squadra con effetti importanti. Felipe Anderson è il talento puro, è quello che ispira i sogni; poi ci sono i giovani, Cataldi, Lombardi, lo stesso Keita, Murgia. La Lazio è una delle squadre più giovani, ha una bella prospettiva”.

ANEDDOTI SUL 'MAESTRO' -Una volta io e Maurizio (il fratello) andammo a piedi a casa (al Fleming) dal campo di allenamento di Tor di Quinto: mio padre non se ne accorse così ebbe un attacco di panico (era un periodo in cui qualche squilibrato lanciava minacce alla famiglia Maestrelli, ndr). Tornati a casa trovammo i carabinieri e lo vedemmo arrabbiato. Un’altra volta in cui ha perso la calma è quando Lenzini ci fece allontanare perché palleggiavamo con Chinaglia e Wilson nei minuti antecedenti l’inizio di un derby. Di solito prima del fischio d’inizio ci dava un bacio e noi andavamo in tribuna, quella volta non ci trovò e ci cominciò a cercare per tutto lo stadio: arrivò in panchina a partita iniziata. Lo scorso anno premiammo Inzaghi con il trofeo Maestrelli auspicando un periodo di fortuna. A distanza di sei mesi posso dire che sta raccogliendo i frutti”.

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