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Lenzini, il nipote ricorda: "Aveva un debole per giocatori come Chinaglia! Intitolargli una via? Ci sto provando!"

di Laura Castellani
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Trent'anni senza Umberto Lenzini. Il primo residente scudettato della storia della Lazio, uno dei più amati dal popolo laziale. Lenzini si è spento il 22 febbraio di trent'anni fa, stroncato da un infarto mentre si trovava nella sua casa a Roma. Il nipote di Umberto, Andrea Lenzini, lo ha ricordato sulle frequenze di Radiosei“Mi viene in mente il suo volere bene alla Lazio e al suo staff, il suo essere un tutt’uno con la Lazio, era uno che si metteva in discussione e discuteva di tutto. Amava giocatori come Chinaglia, che trattò sempre bene, logicamente anche lui aveva un debole per alcuni giocatori, ma riusciva a trattare ugualmente tutti allo stesso modo. Era anche un burlone, uno che amava scherzare e giocare". Il presente di Andrea Lenzini: “Ora vivo a Pievepelago, dove la Lazio veniva spesso in ritiro. Della mia famiglia sono rimasto in contatto con Silvestro, mio zio. Non sempre si va d’amore e d’accordo coi parenti, purtroppo a volte è così". Una personalità importante per la Lazio e per Roma. Umberto Lenzini meriterebbe di intitolare una via: “E’ un’idea che ho avuto anche io. Ci ho sempre provato, dai tempi di Rutelli, di Alemanno e anche ora con la Raggi. Oltre ad aver vinto uno scudetto della Lazio, è stato anche un imprenditore importante e per questo meriterebbe di essere ricordato. Ho parlato anche con Lotito per sapere se c’era spazio a Formello, per qualcosa d'importante da dedicare a mio nonno“.

 


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