LAZIO STORY - 22 settembre 1999: quando la Lazio in tre minuti rimontò la Dinamo Kiev

Inzaghi si trova in piena emergenza difensiva dopo la sfida al Napoli. Fuori Wallace, Bastos, de Vrij e Basta il tecnico ha a disposizione i soli Radu e Luiz Felipe. La società così sta valutando l'ipotesi di reintegrare in rosa Mauricio al posto di uno dei presenti, in modo da trovare una soluzione in casa. Esattamente 18 anni fa invece ai biancocelesti che affrontavano la Dinamo Kiev una mano arrivò dalla panchina.

LAZIO - DINAMO KIEV - La Lazio, dopo il pareggio della BayArena contro il Bayer Leverkusen, sfida la Dinamo Kiev, per la prima volta in Champions davanti al proprio pubblico, con l'obiettivo di allungare in classifica. Eriksson sceglie il classico 4-4-2 con Mancini e Boksic in attacco supportati da Stankovic, Veron, Almeyda e Nedved. Salas, Conceicao e Simeone siedono inizialmente in panchina a causa del turnover. Gli ucraini guidati dal colonnello Lobanovsky sono una squadra molto ostica, che fa dell'ordine tattico e dell'aggressività i suoi punti di forza. Per tutto il primo tempo i capitolini rimbalzano contro il muro avversario e quando riescono a ritagliarsi degli spazi è il portiere Shovkovski in serata di grazia a dire di no. Nella ripresa la svolta del match con l'arbitro Diaz Vega che al 68' assegna un rigore inesistente agli ospiti, in seguito ad un intervento di Mihajlovic in scivolata chiaramente sulla palla. Rebrov dal dischetto non sbaglia, ma la rete subita è una scossa per la Lazio. Al 72' sugli sviluppi di un corner, cross di destro di Mihajlovic e Negro, con uno stacco imperioso, anticipa tutti e segna l'1-1. L'Olimpico diventa una bolgia e dopo soli tre minuti la rimonta viene completata: Boksic sfonda a sinistra e sul palo lontano pesca Salas (subentrato a Stankovic), stop di petto e sinistro al volo ad infilare Shovkovski. Al fischio finale soltanto sorrisi per i laziali, abili nel rimettere a posto le cose in una serata che sembrava stregata.