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Lazio - Roma 2009: il derby dell'Abruzzo, di Zarate e dei 5 espulsi

di Alessandro Menghi
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it

DERBY LAZIO - ROMA - A differenza di altre volte quest’anno il giorno del derby è arrivato un po’ prima. Ha la salsedine addosso e profuma di lavanda, si ascolta con le onde del mare ancora in sottofondo. È un derby estivo che apre quasi la stagione e per questo insolito. È strano, guai però a dire che siccome è diverso allora è meno sentito o intenso. Anzi, la particolarità di un derby così lo rende più accattivante, a suo modo emozionante. Dieci anni fa un altro Lazio-Roma fu altrettanto carico di passione. Per motivi differenti, c’era un clima particolare, un’aria di primavera. Fu il derby dei cinque espulsi, di Zarate, di Wilson e Salas vestiti da tifosi e della vittoria per l’Abruzzo.

IL PRECEDENTE: UN DERBY PER L'ABRUZZO - Il 6 aprile 2009, intorno alle 3.32 della notte, inizia a tremare tutto. L’Italia si spacca e l’Abruzzo piange: a L’Aquila il bilancio definitivo è massacrante: 309 vittime, oltre 1600 feriti e una città in ginocchio da ricostruire. Un colpo dritto al cuore, le macerie rendono irriconoscibile il capoluogo. Il Paese - cioè la gente, il popolo italiano - mette in moto la macchina della solidarietà, tutti uniti per l’Abruzzo. Cinque giorni dopo, l’11 aprile, si gioca la 31esima giornata del campionato di Serie A, c’è il derby Lazio-Roma. All’Olimpico 60mila tifosi si raccolgono in un minuto di silenzio denso di pensieri ed emozioni, i giocatori a centrocampo mischiano i colori delle maglie e si abbracciano. Sugli spalti si legge: "Questa storia non va dimenticata, Abruzzo siamo con voi" e "Cordoglio per le vittime del terremoto". Poi un lungo applauso. È iniziato il derby per l’Abruzzo.

SALAS E WILSON SPETTATORI D’ECCEZIONE - Delio Rossi sceglie Muslera fra i pali, in difesa Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal e Kolarov, a centrocampo Ledesma, Brocchi e Matuzalem, Foggia si muove dietro le punte Zarate e Pandev. Risponde così la Roma di Spalletti: Doni, Motta, Mexes, Panucci, Riise, Brighi, De Rossi, Pizarro, Perrotta, Baptista, Totti. La giornata è calda, il sole brilla e splende sul prato dell’Olimpico tenuto in perfette condizioni. Sulle tribune e in curva lo spettacolo è evidente, quasi tutto pieno, sciarpe e bandiere si agitano dando un bel colpo d’occhio. La Lazio ha due tifosi d’eccezione: Marcelo Salas in Monte Mario e Pino Wilson in Curva Nord, entrambi scudettati, campioni che sanno come si vince il derby.

LA PARTITA - Morganti dà il fischio d’inizio e la Lazio va in vantaggio. Servono 1’ e 58’’ a Pandev per sfoderare un gran sinistro al volo ad incrociare e battere Doni all’angolino: che gol! La Roma protesta, il calcio d’angolo da cui è nata la rete del macedone a detta di De Rossi e compagni non c’era. È tutto buono invece: 1-0 per la Lazio grazie alla prodezza di Goran. Che botta per i giallorossi, colpiti a freddo e assaliti dal boato del tifo biancoceleste. Ed è solo l’inizio. Passa un altro minuto, rimessa laterale sotto la Tevere per la Lazio quasi all’altezza della bandierina, riceve Zarate che punta Brighi, lo salta ed esplode all’incrocio dei pali un tiro micidiale: 2-0 capolavoro dell’argentino dopo appena quattro minuti di gioco. È un derby folle, non ci si ferma un attimo. La rilassatezza in fase di marcatura punisce la Lazio al 10’: in mischia, dagli sviluppi di calcio d’angolo, Mexes trova la girata vincente per riaprire una partita che pareva morta e sepolta. La Roma si riaccende, Julio Baptista di testa colpisce il palo. Poco dopo è provvidenziale la scivolata in spaccata di Matuzalem a un passo dalla linea di porta per deviare il pallone in corner. È l’ultimo brivido del primo tempo.

La ripresa si apre con due “espulsioni” particolari: nell’intervallo Spalletti e Tare vengono sanzionati per comportamento non regolamentare, un battibecco e qualche parola di troppo che costano loro l'allontanamento dalla panchina. Pandev e Brocchi tornano a far parlare il campo, Doni si difende coi pugni dal macedone e si salva sul tentativo del centrocampista ex Milan grazie alla chiusura della difesa. Ha solo rinviato la beffa: Foggia riesce a far partire dal fondo un traversone che cade nel cuore dell’area, lì dove Lichtsteiner svetta e mette dentro il 3-1 (58’). “Forrest Gump” corre sotto la Nord. La tensione sale, le espulsioni diventano cinque: Panucci rimedia il secondo giallo per un fallo su Zarate e un diverbio con Lichtsteiner, Matuzalem e Mexes vengono cacciati al 75’ dopo una lite che rischia di degenerare. All’80’ De Rossi riesce a deviare di testa il cross su punizione di Pizarro: partita di nuovo riaperta, 3-2. Solo per pochi minuti perché all’85’ Kolarov parte dalla difesa, semina tutti e piazza di destro all’angolo il gol del definitivo 4-2. La panchina salta di gioia, la Lazio vince il derby di campionato numero 130.

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