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Lazio, parla papà Inzaghi: "Vi racconto tutto sul mister!"

di Laura Castellani
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Sugli spalti del centro sportivo Zandegiacomo, mimetizzato tra i tifosi, c'è anche uno spettatore illustre: Giancarlo Inzaghi. Il papà di Simone sta trascorrendo qualche giorno ad Auronzo di Cadore, per far visita al figlio e alla Lazio in ritiro. Prima di ripartire e raggiungere l'altro Inzaghi: Pippo a lavoro con il Benevento. Tra una passeggiata e un allenamento della Lazio, Inzaghi senior è intervenuto ai microfoni di Radiosei: "Sto guardando tutta la seduta, per poi portare delle varianti da suggerire al mister (ride, ndr)! In questi quattro giorni, quello che mi ha colpito è questa sensazione di compattezza della squadra. Di buonumore. C'è una grande unità d'intenti. Mi stanno piacendo molto. Guardandola da fuori, la cosa che viene spontanea dire è che questa è una squadra che può far tribolare tanta gente. Poi ci sono tante cose, gli episodi... Ma il gruppo è davvero unito. Mi sono divertito a vederli così in campo. E' stata una bella vacanza, ho visto gli allenamenti, poi abbiamo fatto passeggiate qui che è bellissimo. Abbiamo anche trovato dei bei giorni". 

IL SILENZIO DI INZAGHI - Dopo la vittoria della Coppa Italia, Simone Inzaghi si prese del tempo per pensare. Senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti: "Non era venuto a Piacenza, ma ci siamo sempre sentiti. poi noi siamo venuti a Roma. C'erano tante voci, se andrà, se non andrà. Poi Filippo è venuto da me e mi ha detto: "Papà, tanto non se ne andrà mai da Roma. Capito? Mai. E' troppo attaccato alla Lazio. Quando arriva al campo, sono ormai 21 anni che parcheggia lì fuori, per cui è difficile: ormai si sente a casa. Filippo gli ha parlato due giorni e ha capito tutto. Se gli parli di andare via gli venivano le lacrime agli occhi. "Adesso vediamo, valutiamo", rispondeva. Ma in cuor suo già sapeva. Anche se di interessamenti ce ne sono stati e questo non può che fare piacere".

PIPPO INZAGHI A BENEVENTO - Nuova avventura per Pippo Inzaghi: "A Benevento ha trovato un ambiente incredibile. Il presidente ha un entusiasmo incredibile. Lui gli chiede qualcosa e tac, gliela fa trovare il giorno dopo. Anche lui sta vivendo un bel contesto. Ma ora devo andare a verificare io (ride, ndr). Andrò qualche giorno anche da lui in ritiro. Il presidente è incredibile da quel punto di vista. Anche la squadra".

DERBY IN FAMIGLIA - A Bologna, il 26 dicembre scorso è andata in scena la sfida tra gli Inzaghi, sulle panchine di Bologna e Lazio: "Un po' di emozione c'era, ma ormai mi sono abituato. C'era un'emozione, però questa emozione mi diceva anche che la Lazio era una spanna sopra, che si poteva immaginare il risultato". Come allenatore, cos'è che Simone ha più di Filippo e viceversa? "Non voglio rispondere a questa domanda, perché con loro ho un rapporto pazzesco. Ci sentiamo due volte al giorno. Da allenatori, sono bravi e con le palle. Poi, certo, per vincere ci vogliono anche le squadre e la fortuna. Sono lavoratori seri. La serietà la sto vedendo anche nelle testimonianze dei tifosi, che dicono cose che mi hanno commosso. Sempre disponibili con loro, con i bambini. Se mi ascoltano quando gli dico qualcosa? Eh, insomma, ogni tanto mi prendono in giro. Fanno: "Chiedi la formazione a papà, così perdiamo sicuro!" (ride, ndr). Sono orgoglioso di avere due figli così".

EMOZIONI DA LAZIO - La delusione per la Champions League sfumata due anni fa, ma anche l'immensa gioia dopo la vittoria della Supercoppa e della Coppa Italia: "Professionalmente si cresce sempre. A me sembra che sia bravo. Nei rapporti, anche. Non dovrei dirlo come padre. Il modo di fare. Non è sempre un bravo ragazzo, quando ci vuole ci vuole: sa usare il bastone e la carota. Negli spogliatoi, la sua voce si sente. Se mi aspettavo sarebbe stato allenatore? No, me l'aspettavo più da Filippo, per come è fatto, per il suo modo che ha maniacale di non staccare mai. Non pensavo di Simone. Invece mi accorgo, vedendolo lavorare, che lo fa intensamente. Poi, insomma, l'abbiamo visto: se vinci con il Milan, con l'Inter, un motivo ci sarà. Certo, abbiamo perso anche con il Chievo. Di solito mi chiama un minuto dopo la partita, con il Chievo mi ha chiamato due ore dopo (ride, ndr). Poi in quell'occasione sono stato pesantino anche io: "Cavolo, non si può, come si fa?". Lui era calmo, era sereno. Giocava a pallone in salone con il figlio. La moglie mi ha detto: "Sì, tu ora lo vedi tranquillo, ma poi me lo devo sorbire io quando tra due giorni sarà inc***ato!". Gli arbitri? Ha deciso di non parlarne più, non gliel'ho consigliato io. Però anche loro hanno un ruolo complicato, deve averlo capito. Ma a volte capita che vedi qualcosa che non va e ti viene da dirlo".     

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Pubblicato il 18/07/2019 alle ore 12.35


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