Lazio, Oddo: "Il Flaminio deve essere valorizzato". E su Baroni...
Intervenuto in collegamento a Radio Laziale, l'ex terzino biancoceleste Massimo Oddo, ora allenatore, ha parlato del momento che sta vivendo la nuova Lazio di Marco Baroni soffermandosi su alcuni singoli. Queste le sue parole: "Baroni? Vi garantisco che nelle categorie inferiori ci sono ottimi allenatori, anche più forti di quelli che lavorano in Serie A. Il problema per loro può essere la piazza e la gestione dei giocatori più importanti. Ma sul campo tanti tecnici italiani sono davvero bravi. Baroni è un allenatore estremamente preparato che sicuramente sta lavorando per dare la sua identità alla sua squadra. Però ci vorrà del tempo. Poi ci vuole il gruppo giusto, i giocatori giusti, la società e i tifosi che ti aiutano, ecc. L'allenatore può essere bravo quanto vuole, può metterci del suo, ma poi ci vogliono i calciatori".
"La Lazio? Non dobbiamo sbilanciarci, ne parleremo a fine anno dove può arrivare e che tipo di mercato ha fatto. L'esempio più lampante è Mendieta, che dopo aver fatto grandi cose al Valencia, in biancoceleste ha fatto zero. Così come, al contrario, Ciro Immobile, che prima della Lazio aveva fatto poco tra Pescara e Torino. Nelle stagioni ci sono tanti fattori e dinamiche da tenere a mente, sarà il campo a parlare".
"È assurdo che una struttura come il Flaminio sia bloccata lì senza utilizzo. Deve essere valorizzato, l'ultima amichevole con la Lazio forse l'ho giocata io nel 2006. In Italia non diamo risalto a questi elementi. Il calcio è cambiato tanto, soprattutto i ruoli del portiere e del terzino che negli anni hanno subito diverse variazioni. Per esempio Favalli, che è sempre stato un giocatore poco considerato, era davvero completo. Faceva bene entrambe le fasi e quando arrivava in avanti era sempre determinante. Era un giocatore incredibile. Tavares non sa difendere? Anche io quando sono arrivato alla Lazio avevo dei limiti, c'erano Stam e Pancaro che potevano prendere il mio posto. Poi ovviamente si può sempre migliorare".
"L'Italia per me tutt'oggi è ancora piena di talento. Il problema però è un altro: le nostre squadre sono forti, ma con davvero troppi stranieri. Ai tempi della Lazio ne avevamo pochissimi, così come le altre big. In passato uno straniero arrivava a giocare in Itala solamente se era davvero un fenomeno. Una volta la Serie B e la Serie C erano il serbatoio della Serie A, non c'erano giocatori di altri paesi. Ora invece è pieno. Questo ovviamente succede per colpa del decreto crescita, ecc. Per me le squadre under 23 sono utilissime. Il talento va coltivato, ora c'è poco ricambio. È questo che sta pagando l'Italia".