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Lazio, Nanni: "Scudetto '74? Al fischio finale scappammo. Ecco quale fu il nostro segreto..."

di Elena Bravetti
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Quarantasei anni fa all'Olimpico la Lazio era, per la prima volta nella sua storia, campione d'Italia dopo esser uscita vittoriosa dalla gara contro il Foggia. Nonostante i tanti anni che sono trascorsi da quella splendida giornata, il ricordo è ancora vivo nella mente dei protagonisti. Franco Nanni è tornato a parlare dell'epilogo di quella stagione, che vide i biancocelesti alzare al cielo il tricolore: "Dovemmo scappare negli spogliatoi, ci fu invasione di campo. Rimasi con le mutande e una scarpa, e tra l'altro mi è stato detto che tempo fa il possessore dell'altra si è fatto vivo. Mi piacerebbe rintracciarlo". Poi, l'ex calciatore ha svelato il segreto di quello spogliatoio: "La permalosità, un po' voluta e un po' causale. Aspettavamo la partita a metà campo per riempirci di botte. La guerra la facevamo durante gli allenamenti, la domenica era una passeggiata. E Maestrelli con poche parole ci univa". 

MAESTRELLI E CHINAGLIA - Nell'intervista, riportata dalla rassegna stampa di Radiosei, Nanni esprime parole di grande affetto nei confronti di Giorgio Chinaglia, un vero trascinatore, che spronava i compagni, soprattutto nel momento in cui si rendeva conto che qualcuno voleva mollare. Sui meriti del tecnico, il protagonista dello scudetto '74 non ha dubbi: "Quello di aver tenuto unito un gruppo del genere". Una persona equilibrata, mai fuori dai limiti di tolleranza. Nonostante i tanti giocatori difficili da tenere a freno, Maestrelli aveva la capacità di farli ragionare, con un tono pacato. 

RIMPIANTI E GOL DECISIVI - Tra i rimpianti di Nanni il non aver potuto giocare la Coppa dei Campioni per la squalifica dopo la rissa contro l'Ipswich, e il non esser riuscito a vestire la maglia della Nazionale. Infine, il ricordo di quello che fu, probabilmente, il suo gol più importante, che non arrivò nella stagione del tricolore. Era il novembre 1972 e l'ex calciatore si rese protagonista di una rete stupenda, una botta all'incrocio dei pali, che decise il derby della Capitale. 

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