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Lazio, l'ex cuoco Giocondo: "Da Eriksson fino a Sarri, vi racconto tutto"

di Andrea Castellano

Giocondo Ruggeri, ex cuoco della Lazio dal 1999, ormai in pensione, è intervenuto in collegamento a Radio Laziale. Tantissimi racconti, dalla sua prima squadra con Eriksson, Nesta e Peruzzi, fino ai ritiri ad Auronzo con Lotito, Sarri, Milinkovic e Immobile. Queste tutte le sue dichiarazioni.

"L'allenatore che era più attento all'alimentazione? Non se la prendevano con me, ma con il nutrizionista. Anche se poi alla fine a decidere erano i calciatori. Un nutrizionista una volta tolse la cicoria ripassata il sabato sera, e lì Ciro (Immobile, ndr.) è impazzito perché diceva 'Io sono anni che la mangio e faccio tantissimi gol, e tu me la vuoi levare?" Così come quando hanno provato a togliere il risotto alla parmigiana, Milinkovic e Sarri tante volte hanno litigato con il nutrizionista. La carbonara? Quello solo nei pre-ritiri, a luglio, dopo circa una settimana nel ritiro si può fare e i ragazzi si sfondano (ride, ndr.). C'era Simone Inzaghi poi che veniva in cucina e mi toglieva tutte le patate al forno ancora prima della cena. Tare pure mangiava tanto".

"Klose, quando tornavamo dalle Coppe alle 2/3 di notte, mi diceva: 'Giocondo, facciamo la carbonara?'. I giocatori quando tornavano così tardi e rimanevano a Formello la notte, a volte non riuscivano a dormire per l'adrenalina e altro. Io no invece (ride, ndr.), perché ero sveglio dalle 7 di mattina. Quindi dovevo partire dall'aeroporto, andare a Formello, fare la carbonara e tornare a casa alle 5/6 di mattina. E lo facevo, anche perché come fai a dire di no. Klose era il primo, ma poi in tanti si univano (ride, ndr.). Se c'è qualcuno che mi ha chiesto di imparare a cucinare? Si, Hernanes, sia il risotto alla parmigiana che la crostata. Sua moglie, quando veniva a Formello, mi salutava e mi diceva: 'Giocondo, io ho assaggiato le cose buone che fai tu, e non c'entrano niente con quelle che fa mio marito!' (ride, ndr.)".

"Il rapporto con Eriksson? Il mio primo giorno con la Lazio andai in trasferta a Maribor nel '99. Stavo in sala, conoscevo solo Manzini. Io non ero nessuno, poi è arrivato Eriksson e si è presentato. Una persona stupenda, un grande dispiacere. Peruzzi? Mangiava come gli altri, anche abbondava un pochino. Il suo vizio era che passava in cucina, prima dell'allenamento, e io gli dovevo dare un panetto di frolla e se la mangiava nello spogliatoio, circa un etto e mezzo. Lì dentro c'era uovo, burro, zucchero, molto buona. Se una volta ho toppato un piatto? Si assolutamente. Eravamo in casa, ero convinto di aver messo il sale nella pasta, invece dopo avergliela portata mi hanno chiamato tutti. Non l'avevo messo, era sciapa, e tutti hanno iniziato a prendermi in giro".

"Nel mio primo ritiro da cuoco ufficiale a Liverpool, dopo aver portato ai giocatori la crostata, mi viene a chiamare il capitano, Alessandro Nesta. Tutti i calciatori mi chiedono se ho fatto io la crostata e poi mi gridano: "Dattela in faccia!'. L'hanno fatto così, per ridere, una specie di battesimo. Il presidente Lotito? Non ne parliamo, è una buonissima forchetta. Ma non aveva pretese con me, tranne magari quando stava a dieta. Si mangiava sempre quello che c'era, in modo abbondante. Sarri? Mangiava pochissimo, mezzo piatto di risottino, un po' di bresaola e prosciutto, parmigiano. Appena è arrivato, il primo giorno ad Auronzo, mi ha chiamato e mi ha detto: 'A me devi fare quello che vuoi, ma almeno un primo sostanzioso. Non posso mangiare pasta in bianco e insalata'. Da lì abbiamo iniziato a fargli un po' di tutto, ogni sera aveva un primo diverso".


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