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Lazio, Di Battista: "La lazialità il mio amore più antico. Su Baroni..."

di Niccolò Di Leo

La Lazio come passione, anche per distarsi da quelle vicende che stanno spaccando il mondo e per le quali Alessandro Di Battista è sempre pronto a muoversi in prima fila. Una lotta continua senza alcun scopo di profitto per sensibilizzare intorno a quanto sta accadendo sulla Striscia di Gaza, in Ucraina e non solo. Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, Di Battista ha commentato il momento che sta vivendo la squadra di Baroni, il nuovo ciclo e alcuni singoli, partendo dalla sua passione per questi colori: 

"La Lazio è una cosa importante della mia vita, cerco di diffondere i valori della lazialità, la seguo sempre. Andare allo stadio e Ponte Milvio con i miei figli sono quei momenti che mi arricchiscono. E' l'amore più antico della mia vita, sono laziale fin da bambino grazie ai miei genitori. Mi piacciono le parole dell'allenatore, un uomo per bene in un mondo marcio, mi piace la squadra che non è di fenomeni ma che si sacrifica. Baroni è molto coerente a sé stesso, anche in passato abbiamo avuto squadre che non erano delle migliori, ma con cui abbiamo vinto, anche lo Scudetto come quello del '74  grazie a una persona per bene come Maestrelli che ha portato la squadra a remare dalla sua parte. E' bello avere una persona come Baroni in panchina"

NUOVO CICLO - "Non mi aspettavo la chiusura del ciclo. Ero un po' scettico all'inizio, sono estremamente critico verso la società e la presidenza e non mi piacciono le parole del presidente, spesso arrogante e comunicativamente non utile alla Lazio. Dovrebbe baciare per terra per avere una tifoseria del genere che è disposta a spendere i soldi per seguire la Lazio, cosa che non tutti possono permettersi, ci vorrebbe più gratitudine verso chi fa sacrifici per fare un abbonamento. Rovella e Guendouzi? Aiutarsi in quel modo è evidentemente per una forte motivazione data dall'allenatore. Tavares forse è l'unico giocatore veramente forte che abbiamo, dai tempi di Kolarov che non c'era un terzino del genere. Non vinceremo lo Scudetto, ma possiamo andare lontani. L'unica partita in cui la squadra ha subito è stato a Udine, io non vedo una squadra che soffre in difesa, ma è solo una formazione che attacca di più, che pressa più alto e qualcosa deve lasciare dietro. Io sono zemaniano e vedo delle similitudini, poi il gioco è diverso ed è cambiato anche il calcio, vedo un calcio propositivo e una squadra che ci mette il massimo impegno. Le parole di Rovella sono un esempio, lui che è stato il migliore nella partita contro l'Empoli e che a me piace. Mi dispiace per la cessione di Cataldi, un bravo ragazzo e un bravo giocatore, manca sempre un soldo per fare una lira. Poi bisogna dire che Baroni è una scelta della società e gliene va dato il merito".

CAMMINO STAGIONALE - "All'inizio del campionato pensavo che la Lazio sarebbe arrivata dal sesto all'ottavo posto, ora vedo una squadra che può puntare anche al quarto. L'impegno si vede anche in Europa, cambiando tutta la squadra. Ci sono delle belle sensazioni, poi non si potranno vincere tutte le partite, ma l'importante è mantenere l'identità, l'atteggiamento, poi in partite come contro la Juve si può anche perdere, ma l'importante è l'identità. Le convocazioni di Spalletti? Un po' mi dispiace, ricordo che un po' di ostracismo mediatico c'è sempre stato". 

Pubblicato il 09-10


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