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Lazio, Cataldi a LSC: "La fede non deve morire mai. Mi dispiace che..."

di Ludovica Lamboglia

Così Danilo Cataldi al termine di Lazio - Trapani vinta per 3-1 in cui è uscito anche malconcio. Queste le sue dichiarazioni a Lazio Style Channel: "Insomma un po’ così, sono 4-5 giorni che ho un problema all’adduttore, ho cercato di non saltare nemmeno un allenamento. Col passare dei giorni e dei minuti si è indurito un po’ troppo e ho preferito fermarmi. La squadra è vogliosa e contenta, si sta creando un bel gruppetto, ci stiamo divertendo, gli allenamenti sono parecchio duri ma li stiamo facendo bene. Le partite sono importanti ma lasciano il tempo che trovano. Ci faremo trovare pronti per le gare che contano davvero.

Il mister l’ho avuto pochi mesi quando sono stato al Benevento, è una grande persona, umile, ci aiuta, si mette al servizio della squadra. Ogni tanto sa dare il suo rigore come giusto che sia e penso sia la persona giusta per questa la Lazio. I ragazzi nuovi sono tutti forti e bravi, li stiamo aiutando a crescere. Il pubblico ha risposto presente ma è la normalità, volevo dirlo anche all’inizio del ritiro, in città se ne sentono e si parla molto, mi dispiace se qualcuno ha pensato che dentro questa Lazio non ci fosse più lazialità, ho sentito disinnamoramento nei confronti di questa squadra. La Lazio è una fede che non deve mai morire a prescindere dai risultati, dico a tutti di credere in noi. C’è gente laziale, e gente arrivata da poco che dà tutto per questa maglia. Sono stati mesi complicati, i primi ad essere dispiaciuti siamo noi.

Ha di diverso che veniamo da mesi chiacchierati da parte di tutti, ci sono state situazioni che hanno portato tutti a parlare. Questo ne risenti, all’inizio ho percepito un po’ meno rispetto agli altri anni, ma sono convinto che con il lavoro e con una Lazio che lotta e suda, l’entusiasmo cresce e coinvolge. Stiamo lavorando su questo. Ai nuovi cosa consiglio? Bisogna fargli capire cosa significa indossare questa maglia, ogni partita è la vita, bisogna aiutarli, lasciarli sbagliare, metterli in riga quando vediamo un comportamento sbagliato, è la normalità, l’hanno fatto anche con noi. Lo stanno capendo già venendo qui, devono solo lavorare, sono ragazzi umili. Lavorare, lavorare e lavorare è la strada giusta"

Pubblicato il 18/07


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