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Lazio, Calori torna sul gol che ha regalato lo Scudetto: "Una domenica irreale"

di Chiara Scatena

Alessandro Calori, uno degli eroi dello Scudetto del 2000, che con la rete alla Juve ha regalato l'immensa gioia alla Lazio, è tornato a parlare di quella giornata al quotidiano Avvenire. L'ex calciatore l'ha definita "una domenica incredibile, irreale". Queste le sue dichiarazioni complete: "Non era mai successo di stare 1 ora a un quarto fermi in attesa di riprendere il gioco. Prima c’era il sole, poi dieci minuti di pioggia mai vista e quel campo considerato il migliore d’Italia per drenaggio si riempì come una vasca." Gioco fermo, dunque, ma dopo una sosta i giocatori di Juventus e Perugia, per volontà dell'arbitro Collina, ripresero a giocare. 

"Facemmo un tiro e mezzo, contro le 2030 conclusioni della Juventus, ma tanto bastò. Mazzantini parava tutto, loro sbagliarono l’impossibile e io resi possibile il sogno scudetto della Lazio. Ancora oggi i laziali mi ringraziano, un tifoso un giorno mi ha detto 'Aho Calo’ a casa mia un piatto de pasta per te ce sarà sempre'. Ne hanno dette e scritte di tutti i colori. Collina era laziale? Lo ha confessato quando ormai era un ex arbitro, ma quel giorno tranne il diluvio non ci fu nulla di irregolare."

Calori, poi, ha confessato di essersi anche un po' dispiaciuto: "Io poi, sportivamente parlando ero anche un po’ dispiaciuto... Sono nato juventino e cresciuto con il mito di Gaetano Scirea, volevo diventare libero in campo e anche nella vita, e ho cercato in tutte le maniere di seguire il suo esempio di leader silenzioso che parlava con i gesti e non con le parole»


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