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Lazio, Bertotto: "Ora basta passi falsi. Immobile? Non si può criticare"

di Lalaziosiamonoi Redazione
Fonte: Jessica Reatini

La Lazio deve necessariamente rialzare la testa dopo la terza sconfitta consecutiva subita per mano del Sassuolo. Ai microfoni di S.S.Lazio Agenzia Ufficiale è intervenuto l'ex difensore Valerio Bertotto che ha analizzato il momento che sta vivendo la squadra di Inzaghi.

“Prima del lockdown, la Lazio era solida e forte, viaggiava con il vento in poppa. Si era creata una sinfonia importante. Era bellissimo vedere giocare la Lazio: i biancocelesti erano in corsa per lo scudetto, in quel momento erano la rivale della Juventus più accreditata per il titolo. Purtroppo la squadra di Inzaghi sta soffrendo a causa di una precaria condizione fisica, dovuta anche ai molti infortuni che non gli permettono di ruotare al meglio i calciatori. Questo è fondamentale, soprattutto nelle partite decisive".

UDINESE - "I bianconeri stanno facendo un campionato di sofferenza, nonostante gli ultimi risultati positivi. I biancocelesti non possono permettersi altri passi falsi, hanno bisogno di punti per respingere l'assalto dell'Atalanta, che continua a correre. L'Udinese invece dovrà vincere per la salvezza, anche perché le squadre dietro stanno ottenendo risultati positivi. Mi aspetto una partita piacevole, dove saranno valori e motivazioni a fare la differenza".


IMMOBILE – LASAGNA - "Kevin era partito male, complici anche i problemi della squadra: ultimamente invece sta segnando con continuità. Merito anche del lavoro a centrocampo di De Paul, un calciatore che potrebbe sfruttare ancora meglio le proprie grandi qualità. Su Immobile invece è inutile aggiungere altro, ha poco senso criticare un attaccante che ha realizzato quasi più gol che partite. Uno come Ciro va sempre tenuto d'occhio".

RICORDI - "Ricordo ancora un rigore fischiato contro ad Udine nel 2001, in una partita vinta 4-3 dalla Lazio. Mi arrabbiai molto (ride, ndr) perché ero convinto di aver salvato un gol. Quella Lazio era una squadra strepitosa, come il livello della Serie A in quegli anni. Da difensore, mi trovavo a dover marcare ogni domenica un top player".

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