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La figlia di Ferrero, la mamma di Campedelli e il paradiso fiscale del Delaware: ecco chi comanda in Serie A

di Andrea Centogambe
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Chi controlla e come le 20 società di Serie A? Se lo è chiesto il Corriere della Sera, che ha passato ai raggi X i club del Belpaese. Ne è uscito fuori che le tre squadre quotate in borsa - Lazio, Juventus e Roma - hanno alti standard di trasparenza e comunicazione. A Torino la famiglia Agnelli governa tramite la holding quotata Exor che ha il 64% della Juve. Nick Train e Michael Lindsell, due londinesi gestori di fondi, hanno fatto insistenti acquisti in Borsa tanto da portarsi nella City il 5%, diventando i secondi soci. La Lazio ha il 34% flottante in Borsa ma il resto è nelle immobiliari e società di pulizia di Claudio Lotito. La proprietà della Roma (78%) è invece di due società del Delaware, paradiso fiscale nel cuore degli Usa. Non sono giuridicamente di James Pallotta ma il numero uno della Roma ne è il dominus. Erroneamente si crede che il Chievo Verona sia di Luca Campdelli tramite la Paluani di cui, si legge spesso, lui è il maggiore azionista. In realtà le «padrone» della Paluani, e quindi del Chievo, con un’ampia maggioranza, sono le sorelle Maria Adua (79 anni) e Berta Cardi (84). Cioè mamma e zia di Campedelli che dunque deve farsi approvare i bilanci da loro. Non solo: un’anziana e sconosciuta signora di Nogara (Vr), Giovanna Veronesi (78 anni), ha in mano un altro 16% della squadra. A Bergamo Antonio Percassi, ex difensore nerazzurro anni Settanta, custodisce l’80% dell’Atalanta (il resto è suddiviso tra 150 soci) nella holding Odissea, insieme alla catena di prodotti cosmetici Kiko (653 negozi per 430 milioni di fatturato) che porta ricchi dividendi. Silvio Berlusconi controlla il Milan al 99,93% tramite la Fininvest. Tutto noto tranne che in quello 0,07% sono compresi ben 111 soci, dal giornalista Carlo Pellegatti all’ex n°1 dell’Eni Paolo Scaroni. Furono azioni distribuite come optional degli abbonamenti vip ai tempi della presidenza di Giussy Farina. Il maggiore azionista del Frosinone è l’imprenditore Maurizio Stirpe (Prima spa, 2.200 dipendenti, componentistica per auto e moto), affiancato da un gruppo di manager della sua azienda, anch’essi soci rilevanti del Frosinone. A luglio il 45% del club messo in vendita da Arnaldo Zeppieri è stato acquistato da Vittorio Ficchi, presidente del Basket Ferentino (A2). «Manager e imprenditore», riportavano le cronache ma in sostanza, sfrondato dell’auto marketing, dipendente delle Ferrovie. Ha firmato assegni per 2,4 milioni. La Banca Popolare del Frusinate l’ha finanziato. "E io – dice – ho dato in pegno i risparmi di famiglia ma spero con il marketing di far fronte ai debiti e rientrare dell’investimento". A Bologna Joe & Joey hanno divorziato. Tacopina è fuori, il canadese Saputo, figlio di un industriale dei formaggi da 7,3 miliardi di fatturato, comanda da solo. Ma ancora non è chiaro qual è la porta d’ingresso dei suoi soldi. Il Bologna fa capo alla lussemburghese Bfc 1909 Lux che è totalmente controllata dalla connazionale Fastpad, costituita da un gruppo di avvocati. Saputo dove è entrato? Il Bologna intanto langue in fondo alla classifica. E la Faac (cancelli automatici), il main sponsor di proprietà dell’arcidiocesi guidata dal cardinale Carlo Caffarra, prega per una rapida risalita. Massimo Ferrero canta, balla, dichiara, commenta e comanda. La Sampdoria è il suo palcoscenico. Però a essere pignoli, Ferrero senior non ha nemmeno un’azione. La Samp è della figlia Vanessa. Infine l'Hellas Verona, controllato da Maurizio Setti. Ani zno, è controllato al 100% dalla HV7 di Carpi che finanzia la squadra con un prestito da 14 milioni (in parte restituito) al tasso del 6%. HV7 si è indebitata a sua volta, al 5,5%, con la controllante lussemburghese Falco Investments. E la Falco ha raccolto i soldi piazzando un prestito obbligazionario da 20 milioni (il vero polmone finanziario dell’operazione Verona) a ignoti sottoscrittori. Sopra la Falco c’è un’altra holding, la Seven e infine, in cima alla catena, una fiduciaria, la Argos, che copre qualcuno. Dov’è Setti? E se è il proprietario, perché questa costruzione così «carbonara»?


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