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L'AVVERSARIO - Beneamata e abbandonata: la cura 'normalizzatrice' di Pioli per dare un senso al caos

di Saverio Cucina
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it

Non chiamatelo ‘normalizzatore’, come se fosse lì a scaldare la panchina prima dell’arrivo di un nome più altisonante (Diego Pablo, limitandoci ai nomi per l’appunto e non ai cognomi). L’avventura di Stefano Pioli all’Inter nasce come una sfida: il tentativo, in partenza disperato, di risollevare le sorti di una squadra allo sbaraglio e senza punti di riferimento, sta assumendo sempre più i contorni di una missione possibile, seppur ancora con tante incertezze. Eppure un senso ora la ‘Beneamata’ ce l’ha. Squadra più corta, compatta, ancora impacciata e discontinua nei 90 minuti, ma comunque più coesa rispetto alla brutta copia di inizio stagione. Forse non ama sentirselo dire, ma quel ruolo scomodo di normalizzatore l’ex allenatore biancoceleste ha saputo finora interpretarlo a dovere, partendo soprattutto dallo spirito di gruppo, arma micidiale che ha saputo inculcare a Klose e compagni nel primo anno di Lazio. Il rapporto ricucito con Candreva, deterioratosi ampiamente nell’ultima stagione a Formello, è stato solo il primo step di una percorso lungo e tortuoso che ha come meta finale il traguardo europeo. Una magra consolazione rispetto alle ambizioni di inizio campionato. Un mezzo miracolo considerando l'abbandono estivo di Mancini e l’andamento deprimente registrato sotto la guida De Boer.

“PRENDIAMOCI LA PINETINA E PRENDIAMOCELA ADESSO” Chissà come si dirà in cinese la celebre battuta, ora storpiata (e italianizzata), che ha caratterizzato la serie tv Romanzo criminale. Scherzi a parte, il Suning Holdings Group, proprietario dell’Inter con il 68,55%, in questi giorni ha addirittura acquisito lo storico centro sportivo della Pinetina, che si chiamerà ‘Suning Training Center in memory of Angelo Moratti’, lasciando intatta la memoria della famiglia dell’ex patron. Un piccolo ‘attacco’ al cuore neroazzurro, quasi a sottolineare quanto il gruppo di investitori cinese, capeggiato dall’imprenditore Zhang Jindong, voglia incidere e determinare il futuro del club milanese. Un processo di crescita, ad oggi ancora lento e balbettante, seppur condizionato in questi anni dal tentativo di alleggerire il rosso in bilancio. Su questo aspetto ha voluto puntare Erick Thohir dal momento del suo arrivo nel capoluogo lombardo, con l'obiettivo di portare la società, nei prossimi tre o quattro anni, al tanto atteso pareggio di bilancio. Una sfida ardua per l’imprenditore indonesiano (proprietario del 31% e presidente del club), che finora ha saputo però svolgere senza troppi danni collaterali. Un passaggio obbligato che ha fatto spesso storcere il naso a tifosi e addetti ai lavori, ma che gradualmente porterà stabilità e maggiori introiti alla società nerazzurra.

SCELTE NORMALIZZATRICI – A fronte delle assenze di Felipe Melo e soprattutto Joao Mario, Pioli è costretto a rispolverare Kondogbia sulla mediana accanto a Brozovic nel 4-2-3-1. In difesa, sugli esterni, confermato D’Ambrosio a destra e Ansaldi a sinistra, che in alternativa potrebbe essere preferito proprio all’ex Monaco nel ruolo insolito di mediano. Nessuna sorpresa al centro, con Murillo e Miranda a tutela della porta difesa da Handanovic. In avanti Banega trequartista, con Perisic e l’ex di turno Candreva ad insidiare il neofita Patric. Unica punta il solito Mauro Icardi, capocannoniere con 12 reti insieme a Dzeko e Belotti, ma a secco da tre giornate.

Probabile formazione - INTER (4-2-3-1): Handanovic; D'Ambrosio, Murillo, Miranda, Ansaldi; Brozovic, Kondogbia; Candreva, Banega, Perisic; Icardi. A disp. Carrizzo, Andreolli, Ranocchia, Santon, Nagatomo, Miangue, Palacio, Biabiany, Eder, Gabigol. All. Pioli.


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