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L'avv. Gentile: “Né io né Lotito interessati alla Carrarese”

di Lalaziosiamonoi Redazione
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

AGGIORNAMENTO ORE 19.15 - “Chi afferma che Lotito possa utilizzare un prestanome per acquisire un club di calcio non lo conosce. Quando Claudio entra in un club lo fa con le sue mani, per intero. Quelli sulla Carrarese sono sospetti totalmente infondati da parte di chi non conosce Claudio Lotito. Così l'avvocato Gian Michele Gentile - contattato da Gianluca La Penna di Lazio Family - nega ogni possibile interesse del presidente della Lazio nell'operazione salvataggio della Carrarese Calcio, così come paventato oggi dalla Nazione. Il braccio destro dell'imprenditore capitolino nega ogni coinvolgimento personale: “Guardi, di questa cosa sono stato avvisato solo stasera da Stefano (De Martino, responsabile comunicazione della S.S.Lazio, ndr). Lotito è stato da me lunedì sera, non abbiamo minimamente parlato di questo, non so assolutamente di cosa si sta parlando, ignoro chi siano le persone citate ed eventualmente legate alla mia persona – aggiuge il legale – Io non sono nel Cda della Lazio perché so come ragione Lotito, lui non delega niente a nessuno, né è mai stato un socio occulto ovvero un prestanome per altri. L'unico socio che ha in tutte le sue attività e Marco Mezzaroma nella Salernitana”. Oggi la Carrarese, ieri le intercettazioni sul suo interessamento per il Bari: questa iper attività mira al mantenimento dello status quo in Figc? “Questa è un'altra cosa che non esiste – risponde deciso Gentile – Lotito in Lega Pro vuole eliminare i corsari che fanno razzia di questi club e poi passano lasciando macerie, vuole far sparire trutte le zone a rischio esistenti in questa realtà di cosiddetto calcio minore. Vuole verificare che questi club finiscano nelle mani di gente affidabile e solvibile, questo perché in Lega Pro troppe società sono saltate per aria. Lo ripeto, quella del sottoscritto prestanome è una schioccehzza enorme”.

(Tratto da calcioefinanza.it) - Lotito Carrarese verso un clamoroso connubio. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, sembra tutt’altro che intimorito dalle inchieste che lo riguardano. Il suo attivismo nel calcio italiano non si esaurisce ed anzi si arricchisce di nuovi obiettivi.

L’ultimo sarebbe la Carrarese, società che versa in condizioni difficili e che potrebbe presto essere salvata da una cordata che fa in diversi modi riferimento al presidente della Lazio.

La notizia riportata oggi da La Nazione arriva a pochi giorni dall’assemblea dei soci di venerdì che si annuncia particolarmente calda (sarebbe stata convocata in una sede sconosciuta per garantire l’incolumità dei partecipanti).

Ma perchè a Lotito interesserebbe anche il club toscano dopo Lazio e Salernitana? 

La teoria de La Nazione è molto chiara e facilmente sintetizzabile: sullo sfondo della trattativa Perpignano ci sarebbero le elezioni del 2016 per la presidenza della Figc.
Sembra un film ma appare la realtà di quanto sta accadendo attorno alla Carrarese Calcio in queste ore. I capi del calcio italiano, appunto il presidente della Figc Carlo Tavecchio e il potente consigliere federale Claudio Lotito, suo braccio destro, stanno cercando voti in LegaPro perché rischiano di perdere le poltrone così ambite.
C’è un fronte che combatte Tavecchio e Lotito e gli anti Macalli che ha portato la LegaPro sull’orlo del crac finanziario, sono l’attuale consigliere federale Gabriele Gravina e il presidente del Prato Paolo Toccafondi. Senza l’appoggio della LegaPro, Tavecchio e Lotito sarebbero destinati a lasciare la federazione.
Trama già scritta? I colpi di scena sono dietro l’angolo.
Ecco che anche la Carrarese può essere ambita per andare a caccia di voti. Perpignano che già si muove da presidente della Carrarese (in sede venerdì ha controllato tutti i conti e il suo avvocato ha detto che a breve ci sarà un comunicato stampa) è stato duramente contestato dalla tifoseria memore delle sue avventure a Barletta, infauste per il club pugliese.
Tartaglia sembra intenzionato a vendere le quote della Progetto Carrara a Giuseppe Perpignano e la regìa di questa operazione sarebbe appannaggio di Lotito. Federico ha già riferito a Remondina (come aveva detto lo stesso tecnico ai tifosi e ai cronisti) di due soci, uno appunto Perpignano e l’altro un avvocato vicino alla Salernitana, in procinto di subentrare all’ingegnere romano.
Nel frattempo.

Ieri mattina il presidente del collegio sindacale Lucio Boggi, che ha già pronta l’istanza di liquidazione del club azzurro, ci ha ripensato e ha rinviato di qualche giorno il viaggio al tribunale di Massa per depositare i libri sociali.

Boggi spera che venerdì si trovi una soluzione alla diatriba in atto tra i soci e che rende ingovernabile la società. Venerdì è l’ultima chiamata, senza liquidità Boggi dovrà recarsi in tribunale per non far intervenire la procura.

La presidenza della Carrarese dovrebbe essere assunta da Giuseppe Perpignano, immobiliarista genovese, che lo scorso gennaio ha visto la società «Villa Bordone» di cui era amministratore unico, fallire davanti al tribunale ligure. Perpignano ha fatto sparire dal calcio il Barletta non iscrivendolo, la scorsa estate al campionato di Legapro.

Secondo indiscrezioni raccolte nel suo entourage sarebbe disposto a versare 250mila euro di denaro fresco nelle casse della Carrarese dopo aver acquistato il pacchetto azionario di maggioranza detenuto da Tartaglia attraverso la Progetto Carrara, costituita ad agosto a Roma.

Oltre a Perpignano dovrebbe entrare nella compagine societaria azzurra anche l’avvocato Gian Michele Gentile, legale di Lotito e della Salernitana, club di serie B di cui sono proprietari appunto il presidente della Lazio e il cognato Marco Mezzaroma.

Ma sono pochi 250 mila euro perché la Carrarese si trova nelle condizioni di liquidazione qualora venerdì non siano ripianate le perdite che da luglio sono circa 560 mila euro. Questo l’impegno che i nuovi soci dovranno assicurare subito a Boggi: altrimenti ci sarà il tribunale.

La Carrarese non ha più conti correnti e Credem chiede il rientro di 100mila euro di scoperto. Buffon ha tirato fuori 350 mila euro (l’accordo prevede che si impegni al massimo per 200mila euro l’anno), Tartaglia zero. Resta la trattativa di Boggi con i «Cioccolatitaliani» azienda che fattura 50 milioni l’anno.


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