Keita: "Sono stato vicinissimo alla Lazio. Derby? Ai romanisti brucia ancora e..."
Keita Balde è intervenuto ai microfoni di Radio Laziale raccontando un retroscena di mercato che lo ha visto a un passo dal ritornare a vestire la maglia della Lazio, ma non solo. L'ex biancoceleste ha detto la sua sulla squadra di Baroni e sui nuovi acquisti, soffermandosi in particolare su alcuni singoli. Le sue parole: "Sto bene, sono felice della scelta che ho fatto. Non mi aspettavo di trovarmi bene in così poco tempo, il campionato non lo conoscevo ma qualche squadra si perché ho avuto il piacere di giocarci contro in Europa e in Champions League. È un bellissimo campionato dove sono arrivati allenatori e giocatori importanti”.
“Immobile? Abbiamo parlato una mezz’oretta prima della partita, ci rimane un bellissimo ricordo. Abbiamo parlato di come ci trovassimo qui e anche lui è felice della scelta che ha fatto. Lo vedo veramente bene”.
“Possibile ritorno alla Lazio? Si, quest’anno è stato quello in cui c’è stato un avvicinamento per poter tornare in squadra. Sappiamo però che nel calcio ci sono cose complicate, non si è potuto fare. Ho fatto una promessa a tanti amici romani, non è stato ma spero che succeda in futuro. È la squadra del mio cuore”.
“Mi è mancata la continuità in una squadra fissa come è successo nella Lazio. Non li ho mai avuti in queste grandi società in cui ho giocato, è stato un aspetto che mi è mancato per la crescita. Poi anche gli infortuni, soprattutto quando sono andato all’Inter avevo tutto in mano. Mi ero guadagnato la titolarità, segnavo tanto ma ho avuto sfortuna. Anche l’ambiente familiare che ho trovato alla Lazio non l’ho trovato da nessun’altra parte, per il tipo di carattere e personalità che ho mi serve un ambiente così per rendere al 100%”.
“Non mi sono pentito di essere andato via, ma dispiaciuto si. Io ho sempre seguito la Lazio, arrivare a giocarci contro mi ha fatto venire la pelle d’oca. Il mio coinvolgimento andava oltre a tutto, ho fatto la Primavera e poi sono andato in Prima Squadra. Ho un senso di appartenenza. Tifosi romanisti? Ancora gli brucia. Abito a Milano, però adesso c’è anche mio fratello alla Lazio e appena potrò vorrei tornare per venire allo stadio e salutare i tifosi”.
“Inzaghi? È l’anno della mia svolta, giochiamo col 3-5-2 mi dovevo adattare. Ho sempre fatto l’esterno, ma con lui mi sono adattato a fare la seconda punta. Avevamo un potenziale offensivo da fare paura, facevamo tantissimi gol e se non sbaglio io e Ciro Immobile abbiamo segnato come coppia più di tutti in campionato. Me l’aspettavo che facesse questo percorso, è uno che capisce di calcio e le personalità di ogni giocatore che ha. Ha la fortuna che lo accompagna e uno più uno fa due. Sta in un grande club, può vincere tanto. Ha fatto la sua crescita può dare il meglio. Uno più legato di Inzaghi alla Lazio non penso ci sia”.
“Ho visto alcune partite, provo sempre a seguirla. Mi fa piacere vederla. Punto molto su Tchaouna, farà un bellissimo campionato. Anche Dia è uno che ha tanto gol, poi c’è Zaccagni. Ha anche un bel centrocampo. Gigot? Lo conosco, è un difensore che lascia tutto in campo. Un lottatore, vincitore nato. Mi hanno detto che ha queste caratteristiche, ha molta personalità e ci tiene tantissimo. È uno tosto”.
“Se sento ancora qualcuno degli ex compagni? Mi sono visto con Biglia a Milano, sento Radu qualche volta. I nuovi acquisti anche sento, per spiegargli la piazza dove sono. Abbiamo un bel rapporto”.
“Ricordo più bello? Tantissimi ne ho vissuti: il primo gol, il giorno del debutto e i trofei vinti. Però il derby famoso, ci hanno fischiato anche un rigore inesistente che non so come abbiano fatto. Ho beccato anche Strootman al Cagliari e glielo dicevo tutti i giorni, ci volevano anche rubare. La mattina siamo andati a fare la passeggiata, Immobile aveva la febbre e era bianco. Ho giocato da solo lì davanti”.
“C’è stata un’altra di Serie A prima di firmare in Turchia, ma avevo in mente solo la Lazio. Se non tornavo quest’anno non ne volevo sapere niente di tornare in A, volevo giocare solo alla Lazio in A. Lotito l’ho sentito per dirgli questa cosa qua, per me è stato un papà e io per lui un figlio”.
Pubblicato il 12/9
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