Il piccolo Keita e la benedizione di Eto'o: infanzia di un predestinato blaugrana diventato biancoceleste - VIDEO
Fonte: Carlo Roscito - Lalaziosiamonoi.it
Le stigmate del campione e la benedizione di un fenomeno. Storia di Keita Balde Diao, gioiello della cantera biancoceleste. Un’infanzia trascorsa in blaugrana quella del classe ’95, Samuel Eto’o come totem e punto di riferimento. La macchina del tempo permette di tornare nel 2005, il piccolo Keita guarda dal basso verso l’alto l’attaccante camerunense. Viene consigliato sui movimenti da fare all’interno dell’area di rigore, poi ci palleggia insieme. Scambi di generazione, non solo di pallone. Negli occhi la voglia di imparare da un bomber da quasi 300 gol in carriera: “Quando gioco a calcio la cosa che mi piace di più è segnare e fare dei bei passaggi”, confida emozionato Keita. Ha soli 10 anni, ma le idee sono già chiarissime. Delineate come il percorso della sua famiglia, approdata dal Senegal in Spagna in cerca di fortuna. Di fare gol e di fornire assist per i compagni Keita non smetterà più. “Qui (la Spagna ndr) è la mia terra – continua – perché ho molti amici. Adoro giocare con i miei compagni e conoscere sempre altri bambini”. Prende parola la mamma, ci tiene a descrivere il suo campioncino in erba: “E’ un bambino molto solare, affettuoso con i suoi fratelli e i suoi amici”. Forse troppo affettuoso. O almeno troppo scherzoso. Perché basta qualche cubetto di ghiaccio nel letto dei compagni di squadra e il passaggio dal Barcellona alla Lazio – dopo un prestito da 47 reti al Cornella - è presto fatto. Ora, dopo lo Scudetto Primavera agli ordini di Bollini, Keita è pronto al calcio dei grandi. Petkovic se lo coccola, ne è rimasto stregato durante il ritiro di Auronzo. Basta poco per accorgersi delle qualità di un predestinato. E forse il primo a farlo 8 anni fa è stato proprio Samuel Eto’o…