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Il Bari si schiera con Castrovilli dopo le minacce: "Basta al terrorismo emotivo"

di Jessica Reatini

Anche il Bari ha deciso di schierarsi dalla parte di Gaetano Castrovilli e della moglie Rachele Risaliti dopo i terribili messaggi ricevuti sui social.

Abbiamo voluto prenderci del tempo. Non per nasconderci e nemmeno per ignorare l'accaduto ma per pensare, per valutare, abbiamo provato a capire. Abbiamo tentato di immedesimarci nel malessere, nella frustrazione per i risultati che non arrivano, nella delusione che il calcio - passione viscerale - può generare".

"Abbiamo cercato una logica, un appiglio che potesse spiegare tanta ferocia. Ma non ci siamo riusciti. E non ci siamo riusciti semplicemente perché non esiste una ragione valida. Non c'è 'ma' che tenga, non c'è giustificazione sportiva, che possa rendere comprensibile l'augurare un cancro a un ragazzo, a sua moglie, ai suoi figli. Augurare il male, la sofferenza, il dolore. Viviamo in un tempo "urlato", un periodo storico difficile, dove la rabbia sembra essere l'unico linguaggio concesso. E il calcio, purtroppo, è diventato la valvola di sfogo perfetta, il teatro dove la violenza verbale si traveste da passione".

"C'è un confine netto che è stato superato . La contestazione è un diritto. Ma augurare la morte, la malattia, la sofferenza a una famiglia... questo non è tifo. Questo è terrorismo emotivo. Scrivere certe atrocità non è un atto di libertà: è la negazione stessa dell'umanità. Siamo vicini a Gaetano (Castrovilli, ndr), a sua moglie, a suo figlio. E così a tutti i nostri ragazzi e a tutti quelli che, ogni giorno, si trovano a dover combattere contro un odio invisibile e tagliente".

"Chiediamo a chiunque creda ancora che il calcio debba unire e non disumanizzare, di lavorare ogni giorno insieme a ognuno di noi per isolare e limitare chi pensa che una passione possa essere l'alibi per offendere e ledere la dignità altrui”, questa la nota ufficiale.

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