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Breno, arriva la condanna: 3 anni e 9 mesi, addio Lazio... L'avv. Gentile: "Difficile fare previsioni"... Appello entro sei mesi

di Marco Valerio Bava
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

AGGIORNAMENTO ORE 18.50 - Appello da discutere entro sei mesi, questi sono i tempi della giustizia tedesca. Il giocatore sarebbe già stato condotto in carcere e se la condanna dovesse venire confermata anche in appello, Breno dovrebbe scontare tutta la pena in Germania e solo l'ultimo anno potrebbe ottenere l'espatrio in Brasile. Sei mesi per discutere l'appello, i tempi appaiono brevi se rapportati a quelli della nostra giustizia ma lunghissimi se accostati a quelli del calcio e proprio questa tempistica avrebbe consigliato alla Lazio di abbandonare la pista Breno. Come spiegato da Gentile, l'arrivo del brasiliano era strettamente vincolato alla sua assoluzione: il difensore, ormai ex Bayern, era considerato dal ds biancoceleste una scommessa vincente, un giocatore da rilanciare dopo la negativa parentesi vissuta in Germania. Ora la Lazio dovrà virare su nuovi obiettivi.

AGGIORNAMENTO ORE 18.10 - Sulla vicenda Breno c'è ancora incertezza. La condanna, arrivata oggi, è comunque di primo grado e sarà possibile per il pool difensivo del brasiliano ricorrere in Appello. Per fare chiarezza sulla situazione, abbiamo contattato in Esclusiva il legale della Lazio, Gian Michele Gentile: "Il contratto che la Lazio aveva stipulato per Breno era vincolato alla sua possibilità di lasciare la Germania per venire a giocare in Italia: questo attraverso l'assoluzione o previa sospensione condizionale della pena. Quindi adesso al di là della condanna, quello che intessa ai fini della continuazione dell'attività sportiva del ragazzo è di vedere quali altre disposizioni accessorie ci siano. Fare previsioni adesso non è semplice, dobbiamo prima vedere se la sentenza di primo grado è immediatamente esecutiva. In Italia ad esempio non lo è”. La condanna del giocatore ha complicato i piani della Lazio: adesso -nonostante la giustizia tedesca abbia dimostrato efficienza e rapidità- bisognerà attendere i tempi dei tribunali che, probabilmente, non seguono quelli del calciomercato.

AGGIORNAMENTO ORE 17.07Tare solidale con Breno: "Un duro colpo per il brasiliano, pena severa... Meriterebbe una seconda possibilità"

AGGIORNAMENTO ORE 15.35 - E' finita come peggio non poteva. Breno è stato condannato: 3 anni e 9 mesi, niente condizionale, niente Lazio e carriera compromessa. Inflessibile la giustizia tedesca che non si è fatta toccare neanche dalle parole del giocatore, arrivate poco prime dell'emissione della sentenza: "So che è tutto molto difficile in questo momento e prometto alla Corte che non ho intenzione di scappare da questo processo e di venir meno alla mia responsabilità. Per quella notte chiedo scusa a tutti. Mi dispiace per la mia famiglia, non sono stato un buon esempio per loro. Sono una persona che crede in Dio e lo ringrazio di averli protetti". Le scuse non sono bastate, Breno è colpevole di incendio doloso. Il suo avvocato Leitner aveva provato a difenderlo, a spiegare quale fosse l'instabilità e la depressione che aveva portato un ragazzo di 22 anni ad un simile gesto: "Non ha nulla, tranne la famiglia e il calcio. Dategli una seconda chance". Breno ora dovrà scontare una pena di due anni e mezzo in Germania, per poi essere espatriato in Brasile.

AGGIORNAMENTO ORE 15.20 - Sentenza attesa a breve, tensione che sale. Il futuro di Breno è un'incognita, la richiesta dell'accusa è pesante, cinque anni e mezzo significherebbero mettere fine alla carriera del giocatore. Per saperne di più, la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in Esclusiva l'agente di Breno, Antonio Caliendo: "Non mi posso sostituire al giudice e quindi non so con certezza quando arriverà la sentenza, ma potrebbe uscire anche oggi". Il pm Lanz ci è andato giù pesante, ma Caliendo assicura: "Il giocatore è molto sereno e fiducioso, non vede l'ora che tutto questo finisca. Non vede l'ora di tornare a giocare". Nelle ultime ore se ne sono dette tante, di un uomo in grado di consumare anche una bottiglia di whisky al giorno: "Breno ha vissuto un periodo di depressione dovuto a un ambientamento difficile e ai tanti infortuni che lo avevano tormentato. Come sta adesso? Adesso sta benissimo, è in ottime condizioni sia fisiche che psicologiche. Da settembre, cioè dal fatto incriminato, è sottoposto a dei test periodici ai quali ha sempre risposto nel miglior modo possibile. Breno è un giocatore pronto. E' fortissimo e non vede l'ora di ricominciare a fare il calciatore".

AGGIORNAMENTO ORE 15.05 - L'accusa chiede cinque anni e mezzo, la difesa risponde con una richiesta di due anni di libertà vigiliata. La sentenza potrebbe arrivare a breve. Il processo che vede imputato Breno per incendio doloso aggravato vive una fase cruciale.

AGGIORNAMENTO ORE 14.40 - Brutta sorpresa per Breno. Dalla Germania arrivano notizie tutt'altro che positive: l'accusa, infatti, ha chiesto una condanna a 5 anni e sei mesi per il difensore brasiliano. Secondo il procuratore di Monaco, Nikolaus Lanz, il giocatore avrebbe incendiato la casa deliberatamente, con tre accendini e una sostanza accelerante per far divampare il fuoco, senza preoccuparsi dell'incolumità della moglie e dei figli senza presentare, poi, nessun tipo di rimorso. Il processo intanto va avanti,  Se i giudici dovessere condannare Breno a più di due anni, il calciatore non potrebbe usufruire della condizionale e non solo il suo trasferimento a Roma, ma anche la sua carriera sarebbe compromessa.

AGGIORNAMENTO 04/07 ORE 09.00 - Dopo l'udienza di ieri, il processo che riguarda Breno potrebbe aver subito un'accelerazione, tanto che la sentenza potrebbe arrivare molto prima della data stabilita del 17 luglio. Come riporta la Gazzetta dello Sport, oggi sono in programma la requisitoria dell'accusa e l'arringa della difesa. Secondo il quotidiano milanese, quindi, il responso dei giudici potrebbe arrivare già in giornata o al più tardi a cavallo del fine settimana, ipotesi accreditata anche dal Messaggero. Sulla posizione del brasiliano pesano le affermazioni del medico legale, che ieri - come riporta il Corriere dello Sport - ha sostenuto come "non vi siano indizi per la sussitenza di una rilevante limitazione della capacità di controllo e quindi di una possibile non imputabilità dell'accusato". Tradotto, significa che, per il perito, Breno non sarebbe stato incapace di intendere e di volere, prefigurandosi al contrario il verificarsi di un incendio doloso.

AGGIORNAMENTO ORE 17.00 - Dalla Germania continuano a emergere alcune indiscrezioni sul processo di Breno. Il giocatore ha ammesso di non ricordare se effettivamente nella notte del misfatto (CLICCA QUI per vedere le immagini video dell'abitazione del giocatore dopo l'incendio) ha fatto uso di farmaci anche se non esclude che possa essere successo: "Potrebbe essere". Ad ogni modo, secondo quanto trapela dalla Baviera, alla luce delle ultime testimonianze non sarebbe scemata la presunta responsabilità penale del giocatore per incendio doloso. Il fatto che lui potesse essere sotto effetto di alcool e droghe non è infatti una scusante e il giocatore sarebbe comunque perseguibile penalmente. La difesa del giocatore intende comunque fare leva sull'assunzione dei farmaci: "Spesso sono stato male - ha ammesso Breno - e per questo ho dovuto prendere più medicine". Domani ci sarà una nuova udienza in cui l'accusa potrà ribattere agli avvocati difensori del brasiliano.

AGGIORNAMENTO ORE 15.20 - In tribunale è lo stesso Breno a chiarire quali fossero le sue condizioni psico-fisiche nel periodo precedente l'incendio, confermando la versione secondo cui il difensore brasiliano avesse preso una grande quantità di medicinali e soprattutto sonniferi dalla 'farmacia' del suo ex club, il Bayern Monaco: "Ho sempre avuto un pacco di medicinali a casa, li prendevo dal dipartimento medico del club", si legge in un comunicato che il suo avvocato Werner Leitner ha rilasciato al Tribunale Penale di Monaco. "L'armadietto dei medicinali era sempre aperto durante il giorno, e a causa del mio infortunio ero sempre sotto trattamento medico", dunque il difensore aveva piena possibilità di accedere a tutti i medicinali. Il Bayern Monaco ha ovviamente smentito le accuse mosse dal difensore brasiliano, non avrebbe mai dato a Breno farmaci come sonniferi: "Sono affermazioni prive di qualsiasi fondamento. Non ci sono sonniferi nel dipartimento medico del Bayern", ha spiegato l'allora direttore sportivo Christian Nerlinger.

Nel periodo precedente all'incendio, Breno beveva con regolarità, è quanto riferito dallo psichiatra Sass Henning. Quasi una bottiglia di whisky al giorno, un periodo di depressione figlio di una serie di infortuni interminabili che lo aveva portato a rifugiarsi nell'alcool. Continuano, quindi a emergere inquietanti particolari dal processo che si sta svolgendo a Monaco, anche se dall'entourage del difensore continua a filtrare ottimismo. La verità, comunque, sarà chiara solo fra due settimane cioè quando sarà emessa la sentenza. Intanto il guidice Rosi Datzmann ha invitato sia la difesa che l'accusa a preparare le loro arringhe finali. Una condanna inferiore ai due anni permetterebbe a Breno di usufruire della condizionale e quindi ricominciare a vivere e giocare a calcio. La Lazio lo aspetta a braccia aperte.


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