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Amarildo: "Lazio e Cosmopolitano, vi spiego la nuova collaborazione in Brasile"

di Andrea Castellano

Direttamente dallo studio di Radio Laziale, l'ex calciatore biancoceleste Amarildo ha parlato del nuovo accordo di collaborazione tra la Lazio e la squadra brasiliana Cosmopolitano firmato di recente (che vi avevamo raccontato in esclusiva anticipatamente). Di seguito le sue parole: "Tanti anni fa avevo già detto che tornare alla Lazio era il mio sogno, perché è la mia squadra del cuore in Italia. Sono stato solo un anno, ma ho fatto gol importanti, ora voglio fare un lavoro diverso portando nuovi giovani qui. Ringrazio tutti, dal direttore Fabiani a Enrico Lotito. Sono stato in diversi club come direttore sportivo nei settori giovanile e ho fatto l'allenatore girando il Brasile. Non sono solo un ex calciatore, ho imparato un lavoro, ho scoperto tanti calciatore. La struttura del Cosmopolitano è buona per far lavorare i ragazzi e portarli in Italia".

"In Brasile ci sono impianti grandissimi e incredibili, non si gioca più solo in patria. Il San Paolo per esempio è una città del calcio praticamente. La mia ricerca parte da ragazzi di tutte le categorie, dall'Under 9/10. A volte però bambini così piccoli hanno già il procuratore, è un casino, un problema serio. Io sono contro a queste cose. C'è già un ragazzo fortissimo, di 11 anni, è un fenomeno. Non dico il nome che se no ce lo rubano (ride, ndr). Per i giovani brasiliani è difficile attraversare il mondo e arrivare in Italia. La Lazio in Brasile si è fatta un nome, è molto conosciuta. Il Cosmopolitano è un ponte per i talenti".

"Io guardo sempre le strutture, se ci lavori vuol dire che ci tieni. Il centro sportivo di Formello è fantastico, io giocavo a Tor di Quinto (ride, ndr). Sapere di aver difeso la Lazio da calciatore è una grande sensazione. Ho parlato con Careca, lui è stupito dal rapporto che ho con la Lazio e dall'affetto della società. Il Napoli con lui non è così. Baroni? In campo non ti lasciava giocare, lui ci ha anche segnato contro con il Napoli. I ricordi sono la cosa più bella del calcio. Ancora non ci ho parlato, ci andrò sabato".

"I brasiliani nella Lazio? Hanno avuto tutti una crescita, prima ce ne erano di meno. Leiva e Felipe Anderson hanno mantenuto alta la tradizione, loro hanno fatto bene anche in Brasile. Leiva lo conosco da quando aveva 13/14 anni, non stava ancora al Gremio, volevo prenderlo immediatamente per la mia squadra. Quando è tornato a casa, il Gremio ha fatto un'amichevole nella sua zona e lui ha giocato. Lo hanno chiuso nel pullman (ride, ndr.), era troppo forte. In un ragazzo di 12/13 anni la prima cosa che vedo è la parte tecnica, l'intensità. Però bisogna stare attenti ai procuratori di questi ragazzini".

"Hernanes? Ha avuto una sua crescita per arrivare in Europa. Ha fatto la scuola del San Paolo, con strutture grandissime e si è formato molto bene. Felipe Anderson? Mi piace molto, la sua decisione di tornare in Brasile non è stata facile. Non si è ancora adattato al gioco del Palmeiras, ma stanno comunque lottando per lo Scudetto". 


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