ESCLUSIVA - Cribari all'Haladás: "Mi ha convinto l'ambizione del club. Rocchi? Faremo grandi cose"
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
L'ambizione è il motore della vita, la forza propulsiva che alimenta i sogni. L'ambizione è ciò che a 34 anni porterà Emílson Sánchez Cribari in Ungheria, alla corte dell'Haladás. Un progetto intrigante, lo scudetto nel mirino e il ritorno in Europa: così la società di Szombathely ha convinto il brasiliano. Ad aspettarlo in terra magiara ci sarà una sua vecchia conoscenza, un amico ancor prima che un collega: Tommaso Rocchi. Prima all'Empoli, poi alla Lazio, i due si ritroveranno l'uno di fianco all'altro su una distesa verde a lottare per un traguardo comune, a fronteggiare lo strapotere di Debrecen, Honved e Ferencvaros. Dopo l'esaltante tappa in Scozia con la maglia dei Glasgow Ranger, Matteo Mayer (agente del centrale classe '80) ha scovato per il suo assisito un'altra sfida a dir poco stimolante. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio Cribari, che si dichiara pronto per l'ennesima avventura della sua carriera.
Tra pochi giorni sarai un giocatore dell'Haladás, sei pronto?
“Sì, adesso sono qui in Brasile con la mia famiglia, sto lavorando per conto mio. Il mio obiettivo era quello di tornare in Italia, ma in questo momento il calcio italiano ha più di qualche problema. L'Haladás mi affascina tantissimo, mi cercava da mesi, so che hanno l'ambizione di vincere il campionato e di tornare in Europa. Poi appena ho saputo che sarebbe venuto Tommaso (Rocchi, ndr) il mio entusiasmo è cresciuto ancor di più. Siamo ai dettagli per chiudere la trattativa. Siamo d'accordo per un contratto di un anno con opzione per un altro, per martedì sono fissate le visite mediche e la firma”.
Hai detto che Tommaso è stato decisivo nella tua scelta.
“Ci siamo sentiti e mi sono ricordato di quanto sia legato a lui. Dall'Empoli sino ai cinque anni di Lazio, ci siamo sempre aiutati in campo e fuori, abbiamo vissuto momenti bellissimi. Partiamo con grande entusiasmo, vogliamo toglierci parecchie soddisfazioni. In questi anni non abbiamo mai smesso di sentirci, quando passavo a Roma ad esempio cenavamo insieme, siamo rimasti amici”.
Sei già stato in Ungheria per toccare con mano quella che sarà la tua futura casa?
“No, ancora devo andare, parto domani per l'Ungheria. Tommaso, che ci è già stato, mi ha trasmesso sensazioni positive. Non era facile convincermi visto che devo lasciare casa mia qui in Brasile e partire con la mia famiglia, ma le sue parole hanno cancellato ogni dubbio, l'ho sentito carico a mille. La mia famiglia mi raggiungerà appena mi sistemerò”.
Con Tommaso avete già pianificato il vostro futuro all'Haladás?
“Sicuramente abbiamo in programma di vivere vicino, di andare insieme agli allenamento e così via. Avere un amico come lui in squadra non è cosa da poco. Ci conosciamo da dieci anni, per me è un onore giocare al suo fianco”.
Fisicamente come stai?
“Ho 34 anni, in due stagioni a Glasgow ho fatto più di 50 partite, non ho particolari problemi fisici. Io sono uno che ha sempre dato il 110 %, mi sono sempre preparato bene. Credo di avere ancora due o tre stagioni nelle gambe, sono pronto a contribuire agli obiettivi dell'Haladas”.
Hai avuto modo di parlare con l'allenatore?
“Non ho parlato con l'allenatore, solo con il mio agente Matteo Mayer e Rocchi. Martedì incontrerò tutti e conoscerò lo staff”.
Ti preoccupa l'ostacolo della lingua nei primi mesi?
“Negli utlimi due anni ho avuto la possibilità di imparare l'inglese, da questo punto di vista potrò aiutare anche Tommaso. So che il ds e un segretario sono italiani, ci daranno una grossa mano”.
Cosa ti porti dietro dell'esperienza con i Glasgow Rangers?
“È un'esperienza che mi ha completato dal punto di vista caratteriale. Ho trovato una cultura calcistica e una serietà nel lavoro che sino a quel momento non avevo mai visto. È il massimo per un calciatore, gli altri campionati dovrebbere prendere esempio. Anche se sono arrivato che avevo più di 30 anni, mi ha aiutato a crescere e mi servirà molto in Ungheria” .
Del tuo trascorso alla Lazio cosa ti porterai?
“Sono diventato laziale dopo aver indossato quella maglia, non mi sono mai risparmiato in campo. In qualsiasi momento ho aiutato la squadra, il fatto di aver giocato con la mascherina protettiva (a causa di una frattura scomposta allo zigomo, ndr) è stato l'esempio più eclatante. Ho vissuto momenti stupendi con Delio Rossi, penso alla Coppa Italia, alla Supercoppa, alla Champions: è stato il momento più alto della mia carriera. Continuerò a seguirla con piacere”.
Da difensore a difensore, cosa ne pensi di De Vrij?
“L'ho visto dal vivo al Mondiale nella finalina per il terzo e quarto posto contro il Brasile. Mi è sembrato un gran difensore di prospettiva. Appena ho saputo dell'interesse della Lazio, ho sperato che la trattativa andasse a buon fine perché potrà dare una grande mano alla squadra”.
Quali sono i tuoi obiettivi personali per la prossima stagione?
“Se parto da casa mia all'età di 34 anni è per fare bene, per giocare il maggior numero di partite e vincere. Voglio conquistare lo scudetto e andare in Europa, è lo stesso obiettivo della società”.
Quanti gol pensi che farà Tommaso?
“Sicuramente ne farà tanti. Col Padova ha avuto delle diffcoltà perché è arrivato a campionato in corso, ma l'agilità e i movimenti non li ha persi. A 37 anni andrà in doppia cifra”.
L'appuntamento è tra un anno per il match di Europa League tra Lazio e Haladás?
“Magari (ride, ndr), sarebbe una bella sorpresa a questa età. Noi lotteremo per questo, e intanto continuerò a fare il tifo per la Lazio. Posso garantire che ho dato sempre il massimo, ha rappresentato tanto per me giocare con questa società: lo racconterò ai miei figli quando cresceranno. Mi auguro che i tifosi possano avere quello che si meritano e che la società torni a fare la storia”.