Si spegne un altro pezzo di Lazio: addio Tassinaro
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
Ci sono figure non istituzionali che, però, nel corso del tempo, degli anni –delle stagioni per gli appassionati di calcio- diventano istituzioni. Persone che sono ultras, tifosi, libri di storia da sfogliare in modo atipico: con una chiacchierata, con una trasferta vissuta insieme. Persone che hanno scelto di mettere la propria fede prima di ogni altra cosa, di fare un voto di fedeltà a un ideale e a una storia. Questo è stato Goffredo “Er Tassinaro” Lucarelli. Una guida per anni e anni, un vecchio laziale con mille aneddoti e tante storie da raccontare e sulle quali ridere o farsi scendere una lacrima. Goffredo la Lazio l’ha vissuta, l’ha respirata e ne è diventato parte integrante. Sì perché quando sei colonna e punto di riferimento per un intero popolo, allora della storia entri a farne parte di diritto. Piange oggi la Lazio, perché se ne va un suo figlio. Poco importa che Goffredo non avesse segnato gol a raffica o guidato la società verso vittorie e trofei, in lui era insita e viva la Lazialità, quel fuoco sacro che arde in ognuno e che ci permette di riconoscere uno come noi attraverso uno sguardo, un’occhiata. I più “vecchi” potrebbero raccontarne tante su questo signore: dal muretto, alle trasferte in treno, agli anni bui, nei quali tifare Lazio a Roma, non era una passeggiata. Goffredo Lucarelli era una laziale vecchio stampo, per lui la Lazio veniva prima di tutto: niente poteva scalfire il suo orgoglio, quel vanto di aver scelto di tifare per l’aquila di Roma e per i colori del cielo. Goffredo era uno che la Lazio l’avrebbe seguita anche in capo al mondo, ovunque e dovunque. A prescindere. E’ stato una guida, ha contribuito a forgiare quella che è stata per anni la tifoseria più ammirata e invidiata d’Italia. Un esempio per le vecchie e nuove leve che stanno ricostruendo. Se n’è andato, oggi, Goffedo. Lascia un vuoto in chi la Lazio l’ha vissuta, con lui, fianco a fianco e in chi –tramite i racconti- ha imparato a conoscerlo e considerarlo un amico, un fratello. “La Lazio è altro”, ce ne accorgiamo anche in queste occasioni: è unione, fratellanza, è distinzione. Goffredo lo sapeva. Per questo l’aveva scelta. Er Tassinaro era uno tosto, vero, generoso. Per questo la Lazio l’aveva scelto. Ne aveva fatto un suo figlio.