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"Maledetto nove": presentato il libro sulle "avventure e disavventure dei centravanti della Lazio"

di Stefano Fiori
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

"Scrivo per raccontare in modo diverso personaggi che tutti conoscono, cercando di tirare fuori storie inedite, lati rimasti oscuri, tesori seppelliti perché nessuno ha avuto la voglia o la capacità di scavare più a fondo, ma sempre con rispetto. Questo ho cercato di fare con Maledetto nove". Descrive così la sua ultima fatica letteraria Stefano Greco, autore del libro che - come spiega il sottotitolo - narra le "avventure e disavventure dei centravanti della Lazio". Dal primo numero nove - il leggendario Silvio Piola - a Paolo Di Canio, passando per i totem Giorgio Chinaglia e Giuliano Fiorini: una carrellata di storie su chi ha indossato e onorato la maglia forse più legata all'immaginario collettivo biancoceleste. Fili separati di un solo universo, in cui gloria e maledizione, ascese e cadute uniscono le vite dei vari protagonisti. "Maledetto nove" è stato presentato oggi al pubblico, nell'intimo scenario di ORE20, a Piazzale Appio. Tanti tifosi hanno colto l'occasione di ricevere la firma con dedica da parte dell'autore, insieme a tanti volti noti del panorama laziale presenti all'evento.

Nell'abstract del libro, la trama di un romanzo unico come la Lazio:

Piola, Selmosson, Chinaglia, Giordano, D’Amico, Fiorini, Casiraghi, Signori, Di Canio: nove storie di grandi attaccanti biancocelesti raccontate direttamente dai protagonisti e da chi li ha conosciuti da vicino. Avventure che hanno in comune quella maglia numero nove, avventure spesso senza lieto fine. Perché quella della Lazio è una storia affascinante e per certi versi maledetta. E quelle dei suoi grandi centravanti la rispecchiano. Si parte da Piola, che non è riuscito a vincere nulla ed è scappato da Roma per paura della guerra e perché la Lazio non poteva più pagarlo a peso d’oro; Chinaglia, il grande idolo romantico, controverso e sconsiderato; Giordano, scottato dallo scandalo scommesse e tradito dal suo mito Chinaglia; Fiorini, ripudiato dopo aver salvato la squadra e morto giovanissimo; Signori, eletto “Re” dai tifosi e scappato da Formello nel portabagagli della macchina di un amico subito prima che la Lazio vincesse tutto; Casiraghi, anche lui fuggito troppo presto per andare a giocare nel Chelsea dove lo attendeva il destino per stroncargli la carriera; Di Canio, amato e maledetto con la stessa intensità. E infine D’Amico, fantasista che talvolta si è dovuto inventare attaccante indossando il numero nove in momenti drammatici, amato dalla gente ma mai divenuto una vera bandiera. La maledizione del centravanti della Lazio, in qualche modo, è riuscita a colpire anche lui.


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