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Gascoigne ancora fermato in stato d’ebbrezza: la Lazio può fare qualcosa per lui?

di Federico Farcomeni
Fonte: Federico Farcomeni - lalaziosiamonoi.it

Non si contano nemmeno più le volte in cui è stato fermato per stato d’ebbrezza al volante. Cento milligrammi, quindici, quarantadue: è vero, adesso rischia anche il carcere, ma alla fine che importa? La solfa è sempre la stessa: Paul Gascoigne (43 anni) è in lotta con se stesso. Non vuole ammetterlo, forse non si accetta. Ha gravi pensieri che gli affollano la mente da sempre. Non sa come scacciarli, non sa come allontanarli. Forse ha paura di scottarsi quando qualcuno gli dimostra il proprio affetto. Più semplicemente, non sa come vincere la battaglia con l’alcol. Troppe volte ha promesso di essere cambiato. Troppe volte ha mentito a se stesso e agli altri. Gli amici e i familiari preferiscono stare alla larga da lui. Quasi fosse davvero incorreggibile. Il suo atteggiamento, d’altronde, non invita a fare altrimenti. Eppure, nessuno ha mai fatto niente per incoraggiarlo, per responsabilizzarlo, per farlo sentire parte di un tutto. Di qualcosa di importante. Emozioni in Cina? Neanche a parlarne. Settori giovanili? Dilettanti? Forse, per lui, troppo poco. Tanto tempo è passato da quando commosse il mondo con le lacrime di Italia ’90. Tanto tempo è passato da quando, in stato d’ebbrezza, dribblò i giocatori del Pescara e firmò il suo gol più bello in Serie A. Troppo tempo è passato da quando si nutrì dell’urlo spasmodico della Curva Nord nel derby più bello della sua vita (quello di Glasgow fu una provocazione continua, con il gesto del flauto traverso).
Gazza si nutre di emozioni. E adesso che non gira più per gli stadi d’Europa, non sa davvero cosa possa tornare a farlo emozionare. Ha bisogno di sentirsi importante per qualcuno. È garantito: darebbe tutto. Anche per la Lazio? Si, anche per la Lazio. Ha sempre avuto parole di stima per i suoi anni a Roma. Dal di fuori, qualcuno in Inghilterra l’ha considerato una meteora. Ma è stato lui a spalancare le porte della Serie A agli inglesi. Il calcio italiano divenne istantaneamente un prodotto appetibile anche in Gran Bretagna. Unico, grande riavvicinamento dopo la tragedia dell’Heysel. Gazza ambasciatore di pace, verrebbe da dire. I suoi ex compagni di squadra l’hanno sempre descritto come una persona generosa, come un puro di cuore. Regalava sempre tutto a tutti, quasi che volesse trattenere a sé gli amici con gli oggetti, con le cose. Quasi non fosse capace di farlo in un altro modo. Quando vuoi farti accettare, compi anche questi gesti. Allora è inevitabile pensare che adesso la Lazio possa fare qualcosa per lui. Messaggi di affetto sono stati scritti più volte dai tifosi sul web. Sarebbe interessante se gli venissero recapitati. Magari direttamente a Roma. Sarebbe un primo passo.
 


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