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ESCLUSIVA Radiosei - Decreto Alfano, Avv. Federsupporter: "Evoca fenomeni di criminalità organizzata. Lotito? Il calcio italiano è in mano a lui"

di Saverio Cucina
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Riparte il campionato dopo la parentesi nazionali e si torna a parlare nuovamente della questione della violenza negli stadi, argomento che ha chiuso in modo drammatico lo scorso finale di stagione con i fatti tragici della finale di Coppa Italia. A tal proposito, per approfondire l’argomento in riferimento anche al nuovo Decreto Legge approvato l’8 agosto e proposto dal Ministro dell'Interno Angelino Alfano, proprio sul tema della violenza nello sport è intervenuto questo ai microfoni di Radiosei l’avvocato Massimo Rossetti, responsabile legale di Federsupporter:  “Su questo argomento ho scritto delle note anche sul sito federsupporter.it, ma in sintesi ho notato un accostamento ai fenomeni di criminalità organizzata. Per quando riguarda le misure di prevenzione, come il daspo, partono da un provvedimento amministrativo sulla base della pericolosità sociale di una persona. Tuttavia essa va desunta da fatti oggettivi e deve riferirsi alla persona, qui invece mi sembra sia stata figurata una sorta di responsabilità oggettiva anche nel caso in cui una persona si trovi, seppur casualmente, nell’ambito di un gruppo di tifosi, come uno stesso vagone o pullman. Questo evoca fenomeni di criminalità organizzata, come il concorso esterno nel caso dei reati di mafia”.  L’avvocato si è soffermato poi sull’utilità e l’uso del daspo in alcuni casi specifici: “Se ad esempio un membro di un gruppo di tifosi, durante un viaggio in trasferta, si ferma ad un casello e sfascia o ruba qualcosa, a quel punto si può dare il daspo a tutti i componenti di quel pullman? Mi sembra una follia! Io qualche dubbio sulla tenuta costituzionale di questa norma ce l’ho. Purtroppo non bisogna prendere misure sull’onda emotiva di alcune vicende e mi riferisco in particolar modo alla morte del tifoso napoletano, Ciro Esposito, nell’ultima finale di Coppa Italia. Io ci vedo molto di demagogico, per far vedere che si fa di tutto contro la violenza. Tra l’altro il daspo in questo caso non c’entra nulla. Il supposto sparatore, che per altro è ancora un mero indagato, era un soggetto pluri-daspato cosa che non avrebbe impedito che potesse compiere quello che si suppone abbia compiuto. Il daspo in sé per sé non è la soluzione di tutti i mali, tant’è che gli incidenti si stanno spostando in zone lontane dagli stadi”. Altra misura che desta curiosità è l’arresto in flagranza differita, cosa che era presente già nella normativa precedente: “Non si può scindere la responsabilità dalla singola persona. Perché uno deve rispondere ad un gesto del singolo solo perché potrebbe appartenere ad un gruppo. Qui inoltre il processo si fa solo ai tifosi, mentre gli esempi dovrebbero provenire dall’alto e non solo dal basso. Se consideriamo anche la discriminazione razziale non possiamo non citare l’attuale presidente Figc che era sotto inchiesta dall’Uefa per un’espressione razzista. Sotto un certo punto di vista potrebbe essere anche lui daspato, proprio perché ha maggior responsabilità, cosa che mi sembra molto più grave. Voglio vedere cosa succederebbe se un tifoso dovesse esibire uno striscione con la scritta 'mangia banane'. Verrebbe daspato? Probabilmente sì! Il calcio italiano del resto è un mondo capovolto. Ho perso ogni speranza in questo senso. Poi ci sono anche le Holding calcistiche – aggiunge l'Avv. Rossetti –, spacciate come riforme, per cui un soggetto può avere una società in Serie A, una in Serie B, un’altra in Lega Pro. Formule vietate dell’Uefa ma prive soprattutto di buonsenso. Siamo tornati all’antico, una volta venne impedito di avere più di una società professionistica. I gruppi di società presentano delle criticità dal punto di vista, amministrativo, gestionale e fiscale. Quando si scambiano servizi e beni può accadere di tutto: chi è che stabilisce il prezzo? Le condizioni? È sempre uno. in questo modo diventa possibile trasferire beni e valori da una società all’altra a seconda delle convenienze fiscali. C’è il rischio di creare questo sistema anche nel calcio, per non parlare poi del conflitto d’interessi”. In conclusione una riflessione sul presenzialismo del presidente Lotito: “C’è poco da scherzare. Sono tutti gesti che hanno un significato. In questa maniera lui vuole dimostrare chi è che ha in mano il calcio italiano, ossia lui. Entra dove vuole, si auto-investe. Dove sta scritto che un consigliere federale può accedere a tutti i luoghi della Nazionale? Si era parlato anche all’inizio di attribuire a Lotito un incarico specifico per la Nazionale, ipotesi abbandonata in quanto già proprietario della Lazio e della Salernitana. A dimostrazione del fatto che era stata fatta già una valutazione negativa per questa ipotesi”.


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