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Lazio Nuoto, addio Garbatella? "Per il Comune contano i soldi, non la storia"

di Francesco Mattogno

E alla fine conta solo il vil denaro. È così che si potrebbe riassumere una storia, quella tra la Lazio Nuoto e il Comune di Roma per l'assegnazione della Piscina Comunale di Garbatella, che ha dell'incredibile. Da 33 anni una delle sezioni più importanti della polisportiva biancoceleste gestisce in modo impeccabile l'impianto, coniugando un servizio fondamentale per la collettività a grandi risultati sportivi di valore nazionale e internazionale. Gli utili della società sono prontamente reinvestiti nell'attività Olimpica, Paralimpica e nell'impianto stesso per permettere di fare sport anche a chi non ne avrebbe la disponibilità economica. Tutto questo sta per andare in fumo. L'ormai noto bando per la riassegnazione della Piscina Garbatella, voluto fortemente dall'attuale amministrazione cittadina, non terrà conto dei meriti e della storia sportiva del club ma solo della “migliore offerta”. Un'offerta allettante che è già stata presentata da un'altra società, e che la Lazio Nuoto non può pareggiare. Se le cose non dovessero cambiare da qui a prossimi mesi, nonostante il massimo punteggio tecnico (50 punti su 50, un valore irraggiungibile per le altre contendenti del bando) a partire dal giugno 2020 - data di scadenza della concessione - la Piscina Garbatella non sarà più gestita dai biancocelesti. Ma c'è una speranza.

LA DECISIONE DEL TAR - La Lazio Nuoto si rivolgerà al Tar. Solo la magistratura, infatti, potrebbe ribaltare la decisione del Comune di Roma. Lo rivela il legale del club Daniele Sterrantino, ecco le sue parole riportate dal sito sslazionuoto.it: “Tutto è andato come ampiamente previsto, ma fortunatamente ancora si può ribaltare la situazione. Il Tar, infatti, non si è ancora espresso nel merito delle nostre doglianze. Ora dovrà esprimere un giudizio sulla legittimità di una gara che mirava a premiare non certo lo sport, il servizio pubblico e l’offerta tecnica, ma solo chi offriva più soldi. Entro fine settembre, pertanto, proporrò un nuovo ricorso al Tar. Il Comune non ha mai voluto tutelare la Lazio Nuoto, ovvero un patrimonio sportivo e sociale di questa città, che incarna i valori dello sport e della socialità. Se avesse voluto farlo avrebbe percorso una strada ben diversa, e non si sarebbe accanito sull’unica struttura gestita da noi, nonostante le decine d’impianti sportivi comunali abbandonati o con concessioni scadute da anni. Non si può far finta di non sapere che strutturare un bando di gara che privilegia in maniera decisiva l’aspetto economico dell’offerta taglia fuori inevitabilmente chi, come la Lazio Nuoto, destina tutti i propri ricavi al settore agonistico e sociale del nuoto, della pallanuoto e delle altre discipline praticate”.

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