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L'ANGOLO TATTICO di Napoli-Lazio - Contro il Napoli, finalmente #lavoltabuona: Pioli ancora decisivo con i cambi

di Stefano Fiori
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it

"Finora non li abbiamo ancora battuti, magari domani sarà la volta buona". No, non si tratta di un tweet di Matteo Renzi. Certo che, se il Presidente del Consiglio - nonché 'inventore' dell'hashtag "#lavoltabuona" - seguisse l'esempio di Stefano Pioli, risolverebbe di colpo tutti i problemi del Paese. A quelli della Lazio, ci ha già pensato il mister di Parma. Che, dopo due tentativi, è riuscito a battere la bestia nera Napoli. In casa, in una semifinale di ritorno che vale la bella contro la Juve. Smaltita l'amarezza per la sconfitta casalinga in campionato, spazzati via i rimpianti per il pareggio del match di andata in coppa. Al San Paolo, Senad 'l'uomo della Provvidenza' Lulic ha siglato l'impresa di una squadra che non sembra conoscere limiti. La Lazio è uscita con le braccia al cielo al termine di un incontro tirato, sempre in bilico, in cui è sembrata più di una volta lì lì per capitolare. Anche nei momenti più delicati, però, la convinzione di poter fare il colpaccio non è mai venuta meno. Non sarà stata la prestazione più convincente, più esteticamente inebriante dell'undici schiacciasassi di Pioli. Ma vincere in casa del Napoli, di un Napoli insolitamente solido e arcigno in difesa, è già di per sé un notevole traguardo. Riuscirci nell'ultima tappa prima della finale, moltiplica a dismisura il valore specifico della prova dei capitolini.

PIOLI CONCEDE IL BIS: CAMBI ANCORA UNA VOLTA DECISIVI - Il 4-3-3 varato dal tecnico emiliano non sembrava ingranare le solite marce. Candreva ha provato a scodellare qualche cross dalla destra, Felipe Anderson si è scontrato per circa un'ora contro il muro eretto da Maggio. Cataldi è entrato poco nel vivo del match, mentre Parolo era chiamato a ricoprire il doppio ruolo di mezzala e di vice-Mauri. Mauri, appunto. Che alle geometrie biancocelesti mancasse l'apporto del capitano, si è visto già dopo pochi minuti. Ecco perché il suo ingresso in campo, al decimo della ripresa, non ha per nulla stupito. Così come il ritorno al 4-2-3-1 delle ultime giornate. Ma è con la scelta di gettare nella mischia Lulic, che Pioli ha confermato ancora una volta una delle sue virtù più spiccate: la lettura della partita attraverso i cambi. A Cagliari è stato Keita, subentrato dalla panchina, a dare il via alla vittoria contro la formazione di Zeman. Ieri sera, la magia tattica si è ripetuta. Fuori Candreva, dentro il bosniaco. Ma soprattutto, Felipe Anderson spostato sulla sinistra. Il brasiliano ha salutato Maggio e accolto Goulham come nuovo contendente. Il risultato? Due cross perfetti per lo stesso Lulic. Al secondo tentativo, è arrivato il gol partita. La rete del numero 19 ha premiato il forcing finale della Lazio, che nella ripresa aveva sofferto eccome il pressing e le ripartenze del Napoli. Alla fine, però, ad avere la meglio è stata la caparbietà dei biancocelesti. Guidati da un Pioli sempre più fine stratega, alla testa di una squadra travolgente e affamata di successi. In questo momento, solo la Juventus appare realmente in grado di arginare la forza dirompente della Lazio. Tra due giornate di campionato, il primo test di resistenza allo Stadium di Torino. In attesa del(la) gran finale dell'Olimpico.


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