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L'ANGOLO TATTICO di Lazio - Parma - Maestro Inzaghi fissa la verifica a mercoledì

di Francesco Mattogno

Dopo due passi indietro, eccone uno in avanti. La vittoria della Lazio sul Parma era l'unica condizione possibile per non parlare davvero di crisi, il punto zero dal quale ripartire e cominciare una stagione tutta nuova. Il mister ha bacchettato i suoi ragazzi al rientro dalla Romania. Li ha pungolati sul piano della concentrazione e dell'umiltà, poi da buon maestro ha deciso di passare il cancellino sulla lavagna tattica e fissare col gessetto alcuni nuovi concetti chiave. Il più importante è anche il più semplice da recepire: questa squadra è costruita per giocare in verticale, a ritmi altissimi, ma deve assumere la consapevolezza che certe intensità non sono umanamente tollerabili per 90 minuti. Quindi “Keep calm”, rifiatare. Se si andassero a cercare col lanternino dei difetti al centrocampo Milinkovic-Leiva-Luis Alberto, di certo non ci si soffermerebbe alla voce “qualità palla al piede”. Allora, quando il risultato lo permette, addormentare la partita si può. La Lazio di ieri ha saputo giocare con il Parma, spingerlo a scoprirsi per aggredire il tiki taka biancoceleste e poi azzannarlo grazie alla giocata di uno dei suoi campioni. Il gol del raddoppio nasce così: il possesso prolungato a metà campo si interrompe sul lancio di Sergej, che pesca Marusic intento a infilarsi come un coltello nella burrosa e vulnerabile difesa alta dei crociati. Adam non sbaglia, 2-0: game, set, match.

AGGREDIRE PRIMA DI GESTIRE - Ripetere, ripetere, ripetere. La maturità sta proprio in questo. I biancocelesti sono passati in vantaggio per primi in 4 delle 5 gare già disputate in questa stagione, saper gestire il risultato come ieri all'Olimpico dev'essere allora un obbligo, non un optional. Assimilato questo, la Lazio non ha bisogno di snaturarsi. La cattiveria agonistica con cui la squadra di Inzaghi si approccia alle partite è il suo punto di forza, non va cambiato. Il Parma si è presentato a Roma senza paura ma ha finito col trovarsi dinnanzi un avversario annichilente e, infatti, l'avvio dei ducali è shock. Il 4-3-3 di D'Aversa è spuntato sul nascere dalla marcatura asfissiante di Luiz Felipe - il migliore della difesa - su Gervinho. A fine partita il brasiliano avrà vinto più duelli difensivi (8), recuperato più palloni (6) e intercettato più passaggi di tutti (3). La conseguenza è che da quello che dovrebbe essere il lato forte dei gialloblu la Lazio viaggia che è una meraviglia, complice il miglior Marusic degli ultimi mesi. Il Parma allora finisce con lo stringersi troppo, liberando le corsie esterne ai biancocelesti a cui, facile facile, bastano due passaggi dopo il rilancio di Strakosha per mandare Immobile in porta e sbloccare la partita. Da lì la gara è in discesa. Gli uomini di Inzaghi sono bravi a seguire gli ordini del mister, costringendo gli emiliani a inventarsi degli attacchi per vie centrali che, salvo in un'occasione (l'unica della partita) sventata da Strakosha, finiscono con lo sbattere sempre sul muro difensivo di Acerbi&Co.. Il Parma è ingabbiato, la Lazio gestisce, sfiora più volte il gol e alla fine raddoppia. Vittoria da grande squadra, la prestazione che serviva in termini tattici e di personalità. Mercoledì si vola a casa della capolista Inter per una sfida che sa tanto di verifica utile a recuperare il debito di metà mese. Dopo due passi indietro, due avanti: maestro Inzaghi spera di poter dire questo ai suoi alunni al termine del compito infrasettimanale.

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