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L'ANGOLO TATTICO di Fiorentina-Lazio - Lazio maiuscola nel primo tempo: Ledesma-Biglia da Oscar. Qualche dubbio sulle scelte della ripresa...

di Stefano Fiori
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it

Affrontare una Fiorentina in piena emergenza sia all'andata che al ritorno non capita a tutti. Alla Lazio è successo e il bottino delle due gare parla di una vittoria e un pareggio. Sarebbero stati tre i punti anche nel match dell'Olimpico, se qualche biancoceleste fosse riuscito nell'impresa di violare una porta maleficamente stregata. Ieri l'incantesimo ha scelto di premiare Lorik Cana, trasformandolo nella reincarnazione calcistica di Van Basten. Una prodezza di coordinazione e potenza da spellarsi le mani per gli applausi, che inevitabilmente ha scompaginato i piani della formazione viola. Montella (squalificato) e il suo vice Russo si aspettavano una Lazio più guardinga, da controllare magari in occasione delle ripartenze. Ma dopo neanche cinque minuti gli uomini di Reja sono diventati chip leader, mandando a monte il castello di carte gigliato.

LETTURA PERFETTA DEL PRIMO TEMPO - Una volta in vantaggio, i capitolini hanno interpretato al meglio il primo tempo. Il gol non ne ha appagato gli appetiti, anzi li ha spronati a tambureggiare sulla frastornata retroguardia viola. Un Candreva esaltato dall'ennesima convocazione in Nazionale ha trascinato i compagni, vincendo il duello a distanza con Cuadrado. Supportato da Konko e da Gonzalez, Antonio ha messo a dura prova la resistenza di Pasqual e del centrale sinistro Savic, con Mati Fernandez poco adatto a dare man forte in fase di copertura. Sullo stesso asse, Cuadrado è entrato poco nel vivo dell'incontro, mentre sull'altro lato un Biglia gigantesco e Radu hanno annullato la spinta di Joaquin. Per questo, verso la metà del primo tempo la panchina viola ha invertito Mati con Ambrosini e Cuadrado con Joaquin. Candreva ne ha approfittato per saltellare dalla fascia destra a quella sinistra: non a caso, la fragorosa traversa di Konko è nata proprio da un cross dall'out mancino del numero 87. Sempre di cross, ma senza risultati, si è cibata la Fiorentina: troppo solo Matri, troppo in palla la coppia Ciani-Cana, che alla lettura delle formazioni qualche apprensione l'aveva elargita.

QUALCHE DUBBIO SULLE MODIFICHE DELLA RIPRESA... - Con la ricerca di maggior peso in area si spiega perciò l'ingresso in campo di Mario Gomez al posto di un ala come Joaquin, cambio accompagnato dall'innesto di Anderson in luogo di Ambrosini. I viola hanno mutato assetto, Pasqual ha avanzato ancora di più il baricentro, facendo da pendolo tra difesa a tre e linea a quattro. Una mossa a cui Reja ha risposto in due tempi: prima ha assegnato le marcature ai due centrali (Cana su Gomez e Ciani su Matri), poi ha inserito Novaretti al posto di Konko. Una scelta che il tecnico goriziano ha difeso in sede di post-partita, ma che in realtà lascia più di qualche dubbio. La coppia d'attacco toscana non spiccava per dinamismo, Cana e Ciani non sembravano aver troppi problemi nel controllarli come ombre. Senza più Ledesma a fare da scudo davanti alla difesa, c'era magari la necessità di fare densità sulla propria trequarti, con Cana libero da marcature pronto a sganciarsi. Nelle idee di Reja poi - lo dimostrano gli esperimenti della vigilia - Novaretti era il prescelto per vedersela con Gomez. Ma la decisione di tenere bassi Radu e Lulic - spostato a destra in una posizione non naturale per lui - ha portato la Lazio a giocare con la difesa a cinque gran parte della ripresa. Uno stravolgimento che ha concesso alla Fiorentina di schiacciare gradualmente i biancocelesti nella loro trequarti. A venti minuti dal termine, Russo ha cercato nuovamente la contromossa, inserendo Wolski al posto di Matri e tornando al modulo con una punta. La freschezza del polacco ha portato benefici alla manovra viola, ma la serata era destinata a concludersi per loro in maniera negativa. Ecco allora che la Lazio non solo ha difeso con le unghie e con i denti il vantaggio, ma ha sfiorato in almeno 4-5 occasioni di centrare il raddoppio. I contropiede biancocelesti hanno visto in Onazi un interprete ottimo fino a quando si trattava di correre palla al piede: al momento del passaggio finale o della conclusione, il nigeriano però non è mai riuscito a scegliere la soluzione giusta. Per mantenere il pallone e non limitarsi alle ripartenze, avrebbe fatto comodo l'ingresso anticipato di Keita: Reja gli ha però concesso solo gli ultimi scampoli, in cui l'ex Barca ha dato una grossa mano nel temporeggiare con la palla tra i piedi.

CONCLUSIONI - Al fischio finale, la Lazio ha così portato a casa una vittoria meritata per intensità e voglia, addirittura col rammarico di non averla chiusa prima. La sensazione però è che le variazioni della ripresa abbiano concesso campo a una Fiorentina comunque confusa e poco lucida. E che Marchetti abbia salvato il risultato con la super parata su Aquilani. Molto positiva e incoraggiante la prestazione della Lazio, da Oscar (siamo in tema) la scelta del doppio regista Ledesma-Biglia (proprio in casa degli assenti Pizarro-Borja Valero). Con alcune valutazioni in corso d'opera che non hanno però convinto del tutto.


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