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Lazio, Palmaroli (Osho): "La vignetta su Lotito tra le più belle. Sono laziale perché..."

di Niccolò Di Leo

L'Italia ha imparato ad apprezzarlo per le sue vignette satiriche che non hanno mai risparmiato nessuno in politica e non solo. Dietro la veste di Osho, però, si nasconde un Federico Palmaroli cresciuto con il bianco e il celeste nel cuore, seguendo la strada del papà che - da buona tradizione - gli ha insegnato a camminare per i viali dello Stadio Olimpico, prima che potesse correre da solo, sfuggendo a quella promessa di innamorarsi ma non troppo della Lazio. Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, Palmaroli ha raccontato la sua fede, ha parlato del suo lavoro analizzando anche le figure di Lotito, di Sarri e ovviamente di Marco Baroni:

VIGNETTA SU LOTITO - "La vignetta su Lotito è stata una delle più belle. Era una delle ultime campagna elettorali e lui, candidato in Molise, fece una gaffe dicendo di non conoscere bene la regione. Ci aggiunse poi il carico da novanta dicendo che conosceva bene l'abruzzo perché il nonno era di Amatrice che, come sanno tutti è nel Lazio. Quindi ho preso questa foto di Lotito con Tare che gli dice: 'Ma tu sei albanese proprio di Albano o dintorni?' (ride, ndr)". 

COME DIVENTA LAZIALE - "La prima partita allo stadio l'ho vista nell'81 ed era Lazio-Bari, mi portò mio padre che era un grande tifoso ma che cercava di non farmi diventare un malato e quindi c'era l'accordo di andare a vedere una partita l'anno.Questo almeno fino a quando non ho iniziato ad andare da solo e gli sono sfuggito di mano, quindi l'accordo è saltato. Ho cominciato a frequentare la curva, mi sono goduto anche gli anni più belli, quelli dello Scudetto. Quel periodo ero particolarmente attivo, poi mi sono fermato dopo la morte di Gabriele, non mi piaceva più di tanto andare allo stadio. Il passaggio alla Tribuna Tevere? Andare in curva adesso sarebbe un problema, non è proprio riposante. Io vado in Tevere Parterre, non mi siedo mai e quindi è stancante, ma l'atmosfera è più rilassata. Non cambia l'approccio alla squadra, il coinvolgimento emotivo c'è sempre, cambia il modo in cui la affronti".

LA LAZIO - "Io ero molto scettico, un po' come tutti. Ci si aspettava un nome blasonato nella campagna acquisti, ma mi devo ricredere. Ci sono dei giocatori che mi stanno piacendo, anche tra quelli dello scorso anno come il Taty che ha trovato più continuità, anche se le qualità tecniche erano sotto gli occhi di tutti. Ora sono un po' più fiducioso, anche rispetto agli altri anni, poi sicuramente quando arrivano i risultati i giocatori trovano nuove motivazioni che li spingono oltre la fatica. Lo scorso anno i problemi sono nati anche dalle delusioni, oltre che da una rosa corte. Spero che sulle ali dell'entusiasmo, magari di un risultato importante, a gennaio si metta mano anche alla rosa. D'altronde, sono la linfa vitale di giocatori e presidenti, anche se Lotito potrebbe cogliere l'occasione anche per vendere".

LE VIGNETTE SUL CALCIO - "Ho molta difficoltà nello scegliere un laziale per una vignetta. Significherebbe prendere in giro qualcuno della Lazio e mi risulterebbe difficile, l'unico è Lotito. Io farei sempre qualcosa di celebrativo, ho fatto solo una vignetta su Castellanos. Ma in generale sul calcio è più complicato fare vignette perché è un mondo che mi coinvolge tanto e su cui c'è ancora più scontro, anche rispetto alla politica. Adesso tra l'altro è senatore e presidente della Lazio, quindi si possono unire calcio e politica. 

SARRI - "Non ero assolutamente 'sarriano'. Per me è stato sempre un personaggio sopravvalutato, mi dava fastidio epidermicamente. Non ho mai visto un'impronta di gioco per cui poter dire: 'Qua c'è Sarri', quindi quando è andato via ero contento, a parte la parentesi Tudor. Non mi è dispiaciuto affatto. Con me Sarri cascava male, non ho mai avuto empatia nei suoi confronti, non ho mai visto un gioco riferibile alla sua mano, ma sempre partite così e non mi hanno mai divertito. Sarri ha tradito delle aspettative, forse perché ce lo aspettavamo anche più incisivo sulle campagne acquisti e non è mai avvenuto".

BARONI - "Baroni non è un allenatore su cui si nutrono grandi aspettative non avendo un grande curriculum e forse è proprio questa presentazione che rende tutto quel che viene un qualcosa di guadagnato, quindi anche le critiche sono ridotte. A me la Lazio ora sta divertendo, è entusiasmante. Saranno anche i calciatori, tra cui la sorpresa Tavares. Nessuno si aspettava un inizio così sfavillante. Che personaggio è? Mi piace molto, lo vedo distinto, educato. Anche nello spogliatoio da quel che ho capito è molto amato. Lo vedo umile e quindi qualsiasi risultato, anche non clamoroso, che porta lo apprezzi ancora di più". 


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