FAVOLAZIO. Leali ai nostri sogni: l'intervista agli autori
Gioie, dolori e tanta passione. Quella del laziale è una storia fatta di resilienza e amore, ma soprattutto di sogni. Anche se non sempre realizzati. Il sogno di un bambino è una delle cose più pure che l'uomo può conservare; nel calcio, alcuni di quei sogni possono diventare realtà. Lo è stato per Nesta, Di Canio e D'Amico, tifosi prima, dopo giocatori della Lazio e oggi tra i protagonisti di "FAVOLAZIO. Leali ai nostri sogni", il nuovo libro di Alessandro Aquilino e Andrea Pecchia, sequel del primo capitolo uscito lo scorso anno. I due autori presenteranno il libro domenica 16 novembre al "Circolo Velletri biancoazzurra" alle 17:30 e, in occasione dell'uscita, hanno rilasciato un'intervista esclusiva ai nostri microfoni per presentare il loro nuovo lavoro. Il loro sogno.
È passato un anno dall’uscita di “FAVOLAZIO. Dal 1900, il sole dopo la pioggia”. Tirando le somme, cosa vi ha lasciato questo primo progetto insieme?
Alessandro: "Felicità e orgoglio soprattutto nel vedere le foto di tanti piccoli lettori con Favolazio in mano. Sapere che per molti di loro è la lettura preferita prima di addormentarsi. Ecco, questo era lo scopo per cui era nato Favolazio".
Andrea: "Tanta Lazialità, tanti incontri, tanta riconoscenza, e tanti attestati di ringraziamento e una gratitudine che ci ha commosso".
In quel periodo la Lazio e tutto l’ambiente viveva un momento di estasi con Baroni che aveva stupito un po’ tutti, poi la stagione non è finita nel migliore dei modi. Secondo voi, cos’è che non ha funzionato?
Alessandro: "Sicuramente la Lazio dello scorso anno nella prima parte del campionato ha overperformato con giocatori partiti a razzo, vedi Tavares, che poi si sono normalizzati. In un campionato alla lunga i valori vengono fuori per quello che sono e la seconda parte del campionato ha pareggiato, in negativo, la strepitosa partenza fornendo il reale valore di una squadra che con un briciolo di cattiveria in più avrebbe potuto tranquillante arrivare in finale di EL o entrare in Europa. Aggiungo arbitraggi astiosi e un mercato di riparazione, come al solito, non all’altezza".
Andrea: "A volte è difficile capire bene ciò che esattamente è mancato nella seconda parte della scorsa stagione, ma di sicuro è facile capire che è da tempo che sta mancando una vera progettualità".
Tornando ai giorni nostri, è in uscita il secondo volume e si intitola “FAVOLAZIO. Leali ai nostri sogni”. Nell’intervista dell’anno scorso già parlavate dell’intenzione di continuare a “raccontare la Lazio attraverso altre storie”, ma quando è stato il momento in cui avete dato concretezza all’idea?
Alessandro: "In realtà, con nostro stupore, furono proprio la Lazio e l’editore a proporci di dare un seguito a Favolazio quando il primo doveva ancora uscire e questo ci ha spinto a pensare fin da subito a un sequel".
Andrea: "Quando abbiamo capito che "FAVOLAZIO. Dal 1900, il sole dopo la pioggia” ha unito in maniera commovente le vecchie e le giovani generazioni, consegnandoci immagini familiari molto poetiche".
Nella musica spesso si dice che è più difficile realizzare il secondo album rispetto a quello d’esordio. È stato così anche per voi?
Alessandro: "Eh già, perché il rischio di deja vu era alto e tutto volevamo tranne ripeterci solo per pubblicare qualcosa. Con Andrea volevamo alzare l’asticella e la spinta decisiva ce l’ha data proprio la Lazio chiedendoci di osare a livello di trama".
Andrea: "Si, verissimo. Non nascondo che è stata la mia grande paura, ma che sono riuscito a sconfiggere pensando che non avrei mai potuto fare il secondo FAVOLAZIO tanto per farlo, ma solo con la volontà di migliorarmi e tentare di alzare l’asticella".
Il sogno è il tema principale del racconto. La storia biancoceleste è piena di momenti iconici e nel libro ne avete scelti alcuni con una forte carica emotiva. Cos’è che vi ha portato a scegliere proprio quelli rappresentati all’interno del libro?
Alessandro: "Siamo andati a pescare nel nostro vissuto di tifosi cercando chi, pur in modo completamente diverso uno dall’altro, avesse rappresentato ed esaltato la Lazio e la Lazialità. Tre calciatori che appartenendo a epoche diverse hanno rappresentato una sorta di escalation emotiva: appartenenza, rivalsa e trionfo".
Andrea: "Volevamo entrare nel cuore e nei valori della Lazialità, soprattutto provando a raccontare ai più piccoli quei brividi forti trasmessi a noi un po’ più grandi da chi indossava la maglia della Lazio come una seconda pelle".
All’interno del libro vengono rappresentati dei personaggi importanti della storia che incarnano la Lazialità nella sua forma più pura e genuina. Quanto servirebbero oggi alla Lazio figure come quelle di D’Amico, Di Canio e Nesta?
Alessandro: "Credo che una figura carismatica e legata all’ambiente sia fondamentale in ogni squadra. Il calcio, pur essendo cambiato molto negli ultimi anni, poggia le sue fondamenta sulla tradizione e il senso di appartenenza. E una figura che faccia da raccordo tra società, squadra e tifoseria sarebbe manna dal cielo in un momento come questo".
Andrea: "La storia della Lazio è unica perché alcune persone l’hanno resa tale. Per me disegnare è un po’ sognare, e mentre lavoravo su Favolazio disegnavo il passato e sognavo il futuro con la speranza di avere in campo nuovi Laziali speciali come loro".
A Giorgio nel libro è consentito sognare, mentre oggi il tifoso biancoceleste vive un momento complicato. Che messaggio volete mandare a tutti i “Giorgio” che leggeranno il vostro racconto?
Alessandro: "Che non bisogna mai smettere di sognare anche quando tutto sembra andare storto. Perché non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni e lo dice uno che ha pubblicato una favola per la Lazio a 50 anni!".
Andrea: "FAVOLAZIO vuole trasmettere proprio questo, non smettere mai di sognare come abbiamo sempre fatto nella nostra storia, la capacità e la determinazione che un Laziale ha nel sognare il sole che splende soprattutto quando sta piovendo".
Alla Lazio è tornato Sarri, un allenatore che ha sempre dedicato parole d’amore al popolo biancoceleste e con il quale ha stretto fin da subito un legame d’affetto profondo. Cosa ne pensate del suo ritorno?
Alessandro: "Sono un Sarrista convinto, chi mi legge su Facebook lo sa e resto convinto che questa è una situazione che solo uno come Sarri poteva gestire. Con tutto quello che è accaduto quest’estate chiunque sarebbe imploso e invece lui è lì che cerca soluzioni per tappare falle e affrontare il mare mosso nel migliore dei modi".
Andrea: "Spero che le parole del Comandante siano leali, perché noi abbiamo bisogno di rimettere le ali ai nostri sogni".
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Pubblicato il 15/11 alle 15.00