Parla Mauri: "Penso solo a tornare in campo! Stagione difficile, serve fare punti. Keita? Va dosato"
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
"Vogliamo che Stefano torni in campo il 6 gennaio". Il desiderio dei legali di Mauri è chiaro, preciso, determinato: riconsegnare il capitano alla Lazio all'alba del nuovo anno. Passaggio obbligatorio, il responso del Tnas: a dicembre sarà passato al vaglio la sentenza di secondo grado, che sta costringendo il centrocampista brianzolo a nove mesi di stop forzato. Allora ecco che lo stesso Mauri torna a parlare, lo fa ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7: "Gli avvocati stanno preparando le motivazioni del ricorso e aspetteremo l’iter burocratico per la sentenza di terzo grado, siamo fiduciosi. Speriamo arrivi il prima possibile così da tornare ad aiutare i miei compagni. Cerchiamo solo di dimostrare la mia estraneità ai fatti e di ritornare in campo". A gettare la spugna, il numero 6 non ci ha mai pensato: "Non ho mai mollato, mi sono sempre allenato, tranne per una ventina di giorni in seguito alla sentenza di secondo grado. Ho fatto giusto venti giorni di vacanza, poi ho ripreso con una sorta di preparazione estiva per tornare in piena forma ai primi di dicembre". A dargli la forza, senza dubbio, la gente laziale: "Devo ringraziare tutti i tifosi, che fin dal ritiro di questa estate mi sono stati vicini. Speriamo presto di poter ripagare presto la stima e la fiducia che hanno nei miei confronti. Chiedo a tutti i sostenitori biancocelesti di stare vicino alla squadra, ne abbiamo bisogno". La difficoltà maggiore per Mauri, andare avanti a testa bassa, allenandosi, come se non fosse successo nulla: "Di rabbia ce n'è tanta, però dall'altro lato ci sono dei doveri. Sono capitano di una squadra, ho anche responsabilità, devo scindere quello che succede fuori dal campo da quello che succede in campo. All'interno dell'ambiente Lazio devo cercare di fare finta che non sia successo nulla. Vedere giocare i miei compagni da fuori non è facile, finché non finirà questa situazione sarà dura".
LA SITUAZIONE DELLA LAZIO VISTA DAL CAPITANO - I galloni di capitano, appunto, impongono a Mauri di analizzare con spirito critico e propositivo l'opaco campionato finora disputato dalla Lazio: "E' sicuramente una stagione difficile. Ci sono girate anche tante situazioni in maniera negativa, però è vero che non stiamo giocando ai livelli dell'anno scorso. Il fatto che non arrivino i risultati non ci lascia tranquilli, la squadra sta un po' subendo questa pressione. Ora è importante fare punti, dopo sarà tutto più semplice, penseremo a giocare meglio. Ma ora quello che conta è il risultato". Quello che s'imputa in particolare a Petkovic è la difficoltà nel trovare un modulo e un blocco di titolari fisso: "Con tanti infortuni e giocando ogni tre giorni, è chiaro che il tecnico cambi spesso giocatori e assetto tattico. Se si guardano le squadre in testa alla classifica, vediamo che non cambiano mai più di due-tre giocatori. Se sei costretto a farlo, è chiaro che non è facile. Dire che la squadra alla deriva è esagerato. L'anno scorso, quando eravamo a due punti dalla Juve, si parlava addirittura di Scudetto. Non è quella la nostra dimensione, ma neanche quella attuale. Siamo una buona squadra, con grandissime qualità individuali. Una squadra che è in difficoltà, ma che ha le qualità per fare meglio. Ora servono solo i risultati". Una delle critiche che invece si muove alla rosa - al di là delle carenze in alcuni reparti - è la mancanza di un leader che trascini i compagni: "Proprio perché alcuni giocatori vogliono prendere per mano la squadra, finiscono per strafare - spiega Mauri -. Quindi è meglio cercare il gioco corale, è più importante il gruppo che il singolo". Un'altra critica che si muove ai giocatori biancocelesti è la poca predisposizione a farsi sentire dal direttore di gara, quando magari si subisce una sanzione ritenuta ingiusta. Lo stesso Petkovic parla spesso dei suoi come di ragazzi troppo "bravi": "In queste situazioni, quando facciamo capannello attorno all'arbitro, veniamo subito ammoniti - risponde il capitano laziale -. Altre volte magari non succede, quindi è per non rischiare sanzioni. Però da questo punto di vista dobbiamo migliorare, dobbiamo farci sentire.
"DIAMO TEMPO AI GIOVANI" - Senatore per antonomasia della squadra, Mauri spezza più di una lancia a favore dei giovani arrivati quest'anno alla Lazio. A cominciare da Felipe Anderson: "Ha grandi qualità, bisogna solo dargli il tempo di adattarsi. Il calcio italiano è diverso da quello brasiliano, bisogna sapersi muovere di più senza palla, ma lui ha grandi caratteristiche e saprà far gioire i tifosi laziali". Lo stesso vale per Brayan Perea: "In questo momento fa fatica a giocare da unica punta nel campionato italiano, ma con un partnere vicino si è visto che ha grandi qualità. Va fatto crescere anche lui. Questi giovani sono tutti buoni giocatori, se fatti crescere diventeranno molto utili. In Italia, se uno sbaglio una o due partite viene subito criticato, viceversa diventa un fenomeno se ne fa due buone. Bisogna far passare più tempo per poterli giudicare". Non è più giovanissimo, ma ancora deve farsi apprezzare in pieno, Mauri è straconvinto delle qualità di Lucas Biglia: "Per come l'ho visto io in tante partite, è un grandissimo giocatore, non a caso gioca titolare nella Nazionale argentina. Ha bisogno di tempo per adattarsi al nostro campionato, poi ha subito anche due infortuni. Non si può dire che sia sopravvalutato, è un grandissimo giocatore e presto lo farà vedere in campo". Chi sta già facendo vedere cose grandiose, dall'"alto" dei suoi 18 anni, è Keita. Il capitano predica comunque cautela nel suo utilizzo: "Ha delle qualità sopra la norma. E' giovane, va fatto crescere con calma. Deve essere bravo l'allenatore a dosarlo. Non si può dire che c'è il rischio di bruciarlo, ma è anche giusto lasciarlo fuori ogni tanto, non dargli troppa pressione". Campione d'Italia Primavera Keita, campioni d'Italia anche Danilo Cataldi e Antonio Rozzi, che si stanno facendo le ossa lontano da Roma: "Cataldi ha grandissime qualità, può diventare un grandissimo calciatore. Speriamo che un giorno, anche il prossimo anno, torni da noi. Rozzi anche ha delle qualià importanti, gli farà molto bene questa esperienza in una squadra importante come il Real".
"LA ROVESCIATA CON IL NAPOLI? IL MIO GOL PIU' BELLO" - La chiacchierata con Mauri è lunga, c'è anche tempo per divertirsi a suon di battute: "Perché non voglio fare il commento tecnico in telecronaca? L'ultimo che lo ha fatto (Brocchi ndr) si è ritirato dopo pochissimo!". Non è la prima volta che Stefano scherza su Cristian, la loro amicizia fraterna è bella anche per questo. E dopo aver fatto i complimenti al fresco allenatore degli Allievi Regionali del Milan, svela che diventare tecnico non è un desiderio che lo stuzzica: "Adesso non ci sto neanche pensando. In questo momento non mi piacerebbe, poi magari tra un anno cambia tutto". Dopo aver rivelato di non aver ricevuto un appoggio particolare nel mondo del calcio - "In generale no. Qualche mio collega ogni tanto mi chiede come va, a che punto è la situazione" -, Mauri torna a far sorridere. C'è chi, tramite sms, gli ricorda un incredibile gol mangiato contro l'Udinese: "Lo ricordo benissimo! Ho stoppato la palla di prima, guardando però il portiere prima di tirare. E' lì che ho perso l'attimo". Contro il Napoli, due stagioni fa, la rete invece l'ha gonfiata. In maniera stupenda, con una rovesciata: "E' stato il gol più bello della mia carriera, lo riguardo spesso anche io. Le televisioni spesso se lo dimenticano quando fanno rivedere i gol più belli delle varie stagioni...". Ancora battute, che non risparmiano nessuno. Neanche il patron. Un tifoso gli chiede una maglia in regalo: "Per chiedere una maglietta bisogna domandare a Lotito, quindi immaginate...". Altra vittima, Luis Pedro Cavanda: "Deve tagliarsi i capelli? Glielo dico anche io tutti i giorni". La situazione che il capitano laziale sta vivendo è complicata, difficile rimanere sereni. Ma la voglia di scherzare e ridere non manca. Figurarsi quella di tornare in campo.