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Mancini tra passato e presente: "A Roma anni fantastici! La Lazio non è da Champions, ma..."

di Lalaziosiamonoi Redazione
Fonte: Francesco Tringali - Lalaziosiamonoi.it

Simbolo encomiabile di storia biancoceleste. Figura legata alla Lazio più vincente che la storia ricordi: uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Roberto Mancini di soddisfazioni se ne è tolte parecchie con l’aquila sul petto. Protagonista assoluto della gestione Cragnotti, elemento cardine delle gerarchie di Eriksson, il Mancio sbarca a Roma nel lontano 1997. Gol e prodezze, magie da fuoriclasse, l’attaccante di Jesi ben presto si conquisterà uno spazio importante nel cuore dei tifosi capitolini. Dopo il triennio da giocatore, Mancini avrà anche l’opportunità di sedere sulla panchina biancoceleste, con l’inserimento nel Cda della società. Attualmente, dopo la breve parentesi al Galatasaray, l’ex allenatore di Inter e Manchester City vive un momento di stand-by della sua carriera, attende il momento giusto per tornare alla ribalta. Intervenuto come ospite durante la trasmissione 1900tv, Mancini ha affrontato diversi temi, tra passato, presente e futuro.

Roberto, notizie sul tuo futuro?

"Al momento sono in vacanza, sto abbastanza bene, ogni tanto non fa male".

Hai un po’ di nostalgia della tua esperienza alla Lazio?

"La Lazio è un pezzo di vita, sono stati tre anni e mezzo fantastici. Più che da allenatore, tornerei come giocatore"

Qual è il tuo ricordo più bello di quella Lazio?

"Tra giocatore e allenatore sono stati sei anni e mezzo fantastici. Un ambiente straordinario, a partire dal presidente Cragnotti, anche i tifosi, i giocatori. Ho una serie di ricordi che porto sempre dentro".

Il tuo rendimento era sempre più alto quando indossavi la maglia della Lazio rispetto a quella della Nazionale. Per quale motivo?

"Erano altri tempi, contava molto la squadra d’appartenenza. Ho avuto le mie colpe, ero giovane. Ci sono stati tanti altri grandi giocatori che in Nazionale non hanno avuto successo, può capitare".

Quali sono state le difficoltà che hai trovato in Inghilterra e in Turchia?

"Non ho trovato grandi difficoltà se non all’inizio, le varie lingue mi hanno dato un po' di problemi. In Inghilterra sono stato aiutato dai risultati, ma l’impatto non è stato dei più semplici. La Turchia è molto simile all’Italia, ho avuto ragazzi semplici e rispettosi".

Potendo scegliere una squadra italiana, quale alleneresti?

"Preferirei continuare all’estero per tanti motivi. Ti fa conoscere nuove realtà, questo non è il momento giusto per tornare in Italia. Spero che il nostro calcio torni allo splendore di un tempo. Per me conta anche qualcosa che ti stimoli, non solo l’aspetto economico. Si associa spesso il mio nome a quest'aspetto, per me non contano assolutamente i soldi".

Intravedi dei margini di crescita per il calcio italiano?

"Tanti anni fa c’erano fior di presidenti e dirigenti. Oggi siamo arrivati a un livello molto basso".

Un livello basso anche dal punto di vista del gioco?

"No, a mio avviso il problema è ciò che ruota intorno le partite, la differenza con la Premier si nota. A partire dagli stadi, dai campi, poi lì gli arbitri fischiano molto meno, questo rende più fluido il gioco".

La Lazio può giocarsela per la Champions?

"Io ho visto giocare i biancocelesti contro il Genoa dove hanno fatto bene, ma hanno perso. Non credo possa lottare per la Champions, ci sono squadre più attrezzate come Inter e Milan. In un campionato del genere può accadere di tutto però".

Come giudichi mister Pioli?

"Stefano è un mio grande amico. Un ragazzo per bene nonchè allenatore preparato. Sta facendo bene".

Ti sei chiesto il perché delle continue esclusioni di Keita?

"E’ un ragazzo giovane, ha bisogno di tempo".

Quali sono i tuoi rapporti con Balotelli attualmente?

"I rapporti con Mario sono sempre ottimi. Quando l’ho allenato abbiamo vinto tanto, per me è un giocatore che merita di essere richiamato in Nazionale. E’ il miglior attaccante italiano, poi dipenderà da lui. In questo momento non credo meriti di star fuori solo per come è andato il Mondiale".

TI aspettavi una partenza del genere da parte della Sampdoria?

"Sono contento per Sinisa e per la Samp. In questo momento è importante metter punti in cascina per il futuro".

Nel tuo futuro ci potrebbe essere una Nazionale?

"Se uno fa l’allenatore, è normale che ambisca anche a una Nazionale. Mi piacerebbe tornare ad allenare in una squadra di club, ma nel calcio le cose cambiano quindi mai dire mai".

Chi vincerà lo scudetto?

"Credo che sarà una lotta tra Juve e Roma e penso che anche il Napoli rientrerà in corsa. La Juve ha un leggero margine di vantaggio rispetto alle altre".

Come valuti il supporto tecnologico nel calcio?

"Non sono favorevole alla tecnologia. Penso che come ci siano gli errori degli allenatori ci debbano essere anche quelli degli arbitri. La moviola a mio avviso non aiuta particolarmente".

Fiorentina-Lazio, come finirà?

"Partita aperta a qualsiasi risultato, la Fiorentina è in ripresa".


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