Lazio | Guendouzi e l'arte del karate: "Così sono diventato un vincente!"
Il carattere di Guendouzi ve lo abbiamo già raccontato. Un giocatore che non rinuncia mai a farsi valere, tanto in campo, quanto fuori. Spesso protagonista di episodi...definiamoli particolari. In campo è un guerriero, uno di quei calciatori che sono abituati a lottare su ogni pallone, a battersi in ogni circostanza di gioco. D'altronde, il suo carattere e la sua personalità si sono forgiate nel tempo: sì giocando a calcio, ma soprattutto seguendo le orme di suo padre. "Sarei potuto diventare un karateka, se non avessi fatto il calciatore" ha sottolineato qualche tempo fa ai microfoni di Onze Mondial. Il papà, infatti, era istruttore di karate e lo ha portato con sè sulla strada della rettitudine, della costanza e della tendenza al perfezionamento.
"Il karate mi ha formato come uomo. Sono un'unione dei due sport".
A dire il vero Guendouzi non ha mai messo da parte uno dei due sport, in favore dell'altro. Non fraintendete, oggi gioca a calcio e quindi è inevitabile che la strada intrapresa sia stata quella del giocatore, ma il karate non è mai stato dimenticato. Il percorso spirituale che ha vissuto indossando il suo kimono è parte insita di lui e del calciatore che ogni domenica si sacrifica sul campo. Lui stesso racconta - ancora a Onze Mondial - quanto la comunione delle sue passioni sia stata fondamentale per temprare l'uomo che è oggi: "Quando ero più giovane praticavo karate e calcio, poi ho unito i due sport. Il karate mi ha aiutato molto, soprattutto per quanto riguarda il mio comportamento. A karate sei te contro il tuo avversario. Se perdi, puoi prendertela solo con te stesso. Io ho sempre voluto vincere e quello sport mi ha formato, come uomo e come sportivo".
Dall'individualità del karate alla collettività del calcio
Non ama perdere e il campo ha sempre mostrato questo lato competitivo di Guendouzi. Davanti all'individualità del karate, però, si è trovato costretto a far dominare la collettività del calcio. Si perde e si vince insieme, questo è uno dei concetti più importanti che insegna il pallone. Uno di quelli dal quale non ci si può esimere. Guendouzi è pronto a entrare a far parte di un nuovo gruppo, diventare un elemento importante di un tutt'uno che domina su ogni altra cosa. Lui porterà qualità, grinta, voglia di migliorarsi e quella competitività che farà benissimo alla squadra di Sarri. Allo stesso modo, però, dovrà aprirsi agli altri e acquisire quelle conoscenze che gli saranno necessarie per entrare nella storia della Lazio.