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I NUMERI DEL MATCH - Un risultato poco credibile, la Lazio cade nel trabocchetto bianconero

di Annalisa Cesaretti
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

La bellezza, si sa, è soggettiva. È un concetto che nel tempo ha subìto una vera e propria trasformazione. Da valore portante nelle società antiche a giudizio relativo nella realtà odierna. Se in passato era bello ciò che era obiettivamente bello, oggi invece è bello ciò che piace. Con delle eccezioni però. È vero, non c’è più alcun canone da rispettare. Ma esistono tutt’ora dei parametri che possono effettivamente fare chiarezza sull’entità del ‘bello’. Nel contesto del calcio è facile. Si salta la teoria e si arriva direttamente alla pratica. Prima delle parole, gli esempi. È bella una sfida che sa emozionare, che lascia col fiato sospeso gli spettatori. È tutto, fuorché bella, una partita animata solamente da 4 occasioni da gol totali, spalmate in 92 minuti di assoluta piattezza. Come Lazio – Juventus di ieri, per esempio. E da dubbia diventa poco credibile la bellezza di una gara che, per ragioni legate alla sorte e a condizioni avverse, termina con una rete messa a segno al 93’ minuto di gioco. Magari proprio dalla squadra che di quelle 4 occasioni da gol è riuscita a crearne solamente una. Che poi si sia rivelata quella decisiva è un conto che va fatto a parte. Perché quel gol è l’eccezione che non sa né confermare né sconfessare la regola. Tant’è che quello di ieri tra Lazio e Juventus rimane un match anni luce lontano dal concetto di bellezza.

ALTRI NUMERI – La Lazio ha quindi saputo realizzare 3 occasioni da gol. Record negativo della stagione. Ma per quanto ‘brutto’ questo dato la dice lunga sull’attendibilità del risultato di ieri. Fra le due è sicuramente la Lazio la squadra che avrebbe meritato di strappare alla sua avversaria una vittoria. Sono i numeri a dirlo. Sono state 18 le azioni manovrate dai biancocelesti, 150 i passaggi in attacco, 15 i disimpegni riusciti. La grinta c’era, non è mai mancata. L’incisività invece è venuta meno. E lo si capisce analizzando le prestazioni dei singoli. Anzi, di un singolo. Anche tra i numeri del match di ieri a spiccare è il nome di Sergej Milinkovic, solitamente l’uomo più incisivo al servizio di mister Inzaghi. Sebbene abbia percorso più chilometri rispetto ai suoi compagni (11.369), realizzato il maggior numero di dribbling (3) e vinto il numero più alto di duelli aerei (4), la sua resta una prestazione opaca. Il centrocampista non ha saputo fare la differenza. Questa mancata lucentezza è probabilmente da attribuire all’inconveniente principale sopraggiunto nella seconda parte della gara di ieri, la stanchezza. A risentirne è stata la squadra per intero. Parolo non ha saputo brillare per capacità di resistenza come al suo solito. Lulic, dopo i 68 tocchi di palla (top player) e gli 11 recuperi, era sfinito. La stanchezza, solo lei, ha fatto sì che la squadra cadesse vittima del trabocchetto bianconero.

 

Si ringrazia la redazione di Lazio Page per le statistiche.


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