ESCLUSIVA- 'Lazio Style 1900 Official Magazine', Giorgio Sandri: "Felici di essere a Formello dove veniva nostro figlio"... Gabriele Paparelli: "Seguo la Lazio e quando vedo un posto vuoto penso che sia per mio padre"
Fonte: lalaziosiamonoi.it/zappulla

28 ottobre 1979 e 11 novembre 2007 due date nefaste, che in comune conservano un duplice filo conduttore: la morte violenta e l’amore per una squadra, la Lazio. Vincenzo Paprelli e Gabriele Sandri, due storie differenti, due cuori innamorati di un calcio con conserva in sé le tinte del cielo, due nomi che appartengono di diritto al firmamento biancoceleste. La Lazio li ricorda, la Lazio li omaggia, la Lazio ha deciso di raccontarli sulle pagine di Lazio Style 1900. Era una mattina uggiosa di novembre, quando il Responsabile della Comunicazione Stefano De Martino ha aperto le porte del centro sportivo di Formello a chi la Lazio ce l’ha marchiata addosso dalla vita. Gabriele Paparelli figlio del compianto Vincenzo, accompagnato dalla moglie Federica e Giorgio Sandri con mamma Daniela. Un’emozione grandissima, un amore immenso per quella squadra che lega insieme due famiglie che hanno sofferto per uno sport che dovrebbe solo divertire. Mamma Daniela si lascia scivolare via una lacrima, mentre varca l’ingresso in punta di piedi, per entrare lì dove il piccolo Gabbo scappava ogni volta che poteva. “Gabriele quando era piccino è venuto tante volte con la mamma qui a Formello, e credo che oggi sia davvero felice di vedere me e sua madre entrare nel centro sportivo”. Lo racconta Giorgio Sandri sul magazine biancoceleste che Lalaziosiamonoi.it vi anticipa in ESCLUSIVA. Un tuffo al cuore, quando passeggiando sui campetti dove si allena la squadra amata da Gabbo, papà Sandri rievoca momenti drammatici legati alla sentenza del 1° dicembre scorso, quella che inchiodò Spaccarotella con la condanna per ‘omicidio volontario’ : “Era importante che venisse riconosciuto il reato di cui l’agente si era macchiato in quell’11 novembre 2007 – ha detto Giorgio – Come ha già spiegato mia moglie, dopo la lettura della sentenza, abbiamo provato pietà, perché infondo a nessuno piace vedere gli uomini nelle patrie galere privati dalla libertà”. Poi dalle questioni legali il ricordo di Gabriele si è spostato sul quel mondo a lui tanto caro, i tifosi, la gente che ama il calcio, quello vero: “Abbiamo ricevuto un affetto incommensurabile da tutti i tifosi d’Italia. Non ci sono stati colori o fazioni a dividere l’amore che la gente ci ha riversato per la memoria di nostro figlio. Di questo noi glie ne siamo ancora grati”.