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ESCLUSIVA - Bacconi, il papà dei Match Analyst: "Che carisma Petkovic! Ledesma e Biglia incompatibili..."

di Carlo Roscito
Fonte: Carlo Roscito - Lalaziosiamonoi.it

Ha osservato la Lazio, l'ha studiata da vicino. Occhi esperti quelli di Adriano Bacconi, allenatore e preparatore atletico professionista, nonché commentatore tecnico de "La Domenica Sportiva". Nel suo bagaglio anche una Coppa del Mondo nel 2006 come collaboratore del ct Marcello Lippi e un progetto di formazione - al fianco di Roberto Baggio - per gli allenori che lavorano con i giovani chiamato "Calcio4d" (per tutte le info www.calcio4d.com). Trascorre l'estate tra i ritiri delle squadre di Serie A Bacconi, non finisce mai di aggiornare le proprie conoscenze. Con la sua Digital Soccer (poi divenuta Panini Digital) ha voluto introdurre oggettività nell’osservazione tecnico-tattica di una partita di calcio attraverso l’utilizzo di sofisticati software. Il vero precursore dei Match Analyst italiani traccia un bilancio sul precampionato biancoceleste in Esclusiva a Lalaziosiamonoi.it:

Adriano come nasce il tuo lavoro e la figura del Match Analyst in Italia?

"Ho lavorato come preparatore atletico e allenatore negli anni '80 e '90. Ho conosciuto tantissimi tecnici che mi ponevano delle domande legate all'analisi della partita, per esempio sulle zone di campo occupate dai giocatori o su come questi passavano la palla. Così sviluppai un software per fare un'analisi informatica della partita sincronizzando i dati con i video. Questo permetteva la realizzazione di montaggi che usammo anche nei mondiali degli Stati Uniti '94. In seguito lavorai anche con la Juve di Lippi, la Lazio di Zeman e l'Inter di Hogdson. Adesso ci sono molte società che si stanno specializzando in questo settore, la tecnologia prende sempre più piede nel mondo del calcio".

Nella Lazio dalla scorsa stagione c'è Jesse Fioranelli. Quanto influisce sulle scelte di Petkovic?

"Dipende da quanto l'allenatore lo sfrutta, penso sia molto importante altrimenti non lo avrebbe portato con sè dal Sion. Petkovic è uno molto pratico, estrapola dalla marea di informazioni che riceve quelle che ritiene piu pertinenti per migliorare la didattica e la comunicazione. Due sono le cose fondamentali: avere delle informazioni che permettano di migliorare le decisioni e poter comunicare in modo efficiente con la squadra, magari attraverso l'utilizzo di lavagne grafiche. Ogni allenatore ha la sua metologia, c'è chi utilizza questi strumenti durante la settimana, chi prima delle partite o addirittura chi ne fa uso a fine primo tempo. In questo lungo giro fra i diversi ritiri ho avuto modo di vedere all'opera Montella: il tecnico della Fiorentina usa un'animazione 2d, stile cartoni animati, per mostrare ai giocatori quello che poi dovranno fare in campo durante gli allenamenti. In questo modo evita incomprensioni e sprechi inutili di tempo".

Quali squadre hai seguito e in cosa si differenzia Petkovic?

Sono stato nei ritiri di Inter, Napoli, Bologna, Lazio, Cagliari, Fiorentina e Livorno, mi piace essere sempre aggiornato sul pensiero degli allenatori e conoscere meglio le loro idee. Il mio obiettivo è anche quello di sapere come le prime squadre interagiscono con il settore giovanile (sempre legato al progetto 4d, ndr). Ogni allenatore comunque è diverso dagli altri a partire dal carattere. Petkovic ormai non ha bisogno di urlare per farsi rispettare, il suo carisma traspare e i calciatori lo percepiscono. Può porsi in modo sereno sapendo che intorno a lui c'è grande seguito. E' stato bravo a non stravolgere la squadra, i giocatori sanno cosa vuole e si lavora soltanto sui dettagli. Al contrario Mazzarri all'Inter deve conquistare la fiducia della piazza e quindi strilla maggiormente".

Come giudichi la rosa della Lazio?

"Molto competitiva, la società ha aggiunto delle novità alle certezze dell'anno scorso. Novaretti mi sembra già pronto per giocare a certi livelli e anche Biglia mi è piaciuto molto. Ho visto l'amichevole con lo Spezia, la squadra è ancora sotto ritmo e gioca senza grande intensità, ma si vedono gli automatismi collaudati. Hoparlato con Petkovic, mi ha colpito la sua idea di non voler dare punti di riferimento all'avversario. Vuole una squadra camaleontica che possa giocare in diversi modi e che possa adottare più schermi durante il corso della stessa partita".

Su quale modulo la Lazio dovrebbe puntare?

"Il 4-1-4-1 rimane il modulo di partenza. I movimenti sono quelli del 4-3-3, la differenza di Petkovic rispetto a Zeman è nel suo atteggiamento pragmatico e maggiormente prudente. Vuole coperture preventive, sulle fasce non giocano attaccanti puri ma centrocampisti offensivi come Candreva e Lulic. Ripeto, stessi movimenti del 4-3-3 ma diversa interpretazione. Petkovic sta lavorando su due-tre opzioni, vuole trovare il modulo più funzionale ai giocatori a seconda della situazione. Se per esempio come lo scorso anno dovesse mancare il terzino destro, allora la sua squadra dovrà essere in grado di schierarsi con il 3-5-2".

Cosa manca alla rosa della Lazio?

"Quest'anno alcuni giocatori come Ederson faranno il salto di qualità. In caso di conferma di squalifica per Mauri però la Lazio perderebbe una pedina fondamentale. Non so se la società a quel punto interverrà sul mercato, però credo che in rosa manchi una vera seconda punta. Un attaccante con le caratteristiche di Palacio che possa affiancare Klose. Floccari e Kozak sono soltanto delle alternative al tedesco".

Biglia e Ledesma possono giocare insieme?

"Secondo me no, sono entrambi compassati e vogliono la palla sui piedi per far girare la squadra. Hanno caratteristiche troppo simili, ma considerando lo sfinimento di Ledesma al termine della scorsa stagione era importantissimo avere un'alternativa all'altezza. Forse potrebbero coesistere in un 4-2-3-1, ma ci sarebbe il rischio di un centrocampo troppo piatto. Tra i due della mediana meglio avere un elemento dinamico come Gonzalez che sappia buttarsi dentro negli spazi".


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