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Coronavirus, sindaco Cerveteri: "Dipende tutto da noi. Rispettiamo le regole!"

di Alessandro Vittori
Fonte: Alessandro Vittori - Lalaziosiamonoi.it

Il nostro viaggio sul territorio della Regione Lazio durante questa emergenza nazionale fa tappa a Cerveteri. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha intervistato il sindaco della città Alessio Pascucci, che ha spiegato la situazione attuale rispetto alla diffusione del Covid-19.

Qual è la situazione a Cerveteri?

"Momentaneamente a Cerveteri ci sono 5 contagiati e sono isolati. Di loro 3 sono membri di una famiglia e vivono nella stessa abitazione, così come gli altri 2. Quindi i nuclei contagiati sono 2. Abbiamo delle persone, come in tutte le città, in quarantena preventiva, o perché sono entrate in contatto con i postitivi, o perché sono tornati dal nord e, pur non presentando sintomi, sono in isolamento domiciliare. La situazione in città è abbastanza tranquilla. Fin dall'inizio di questa emergenza abbiamo iniziato a fare quotidiana informazione ai cittadini tramite video che vengono pubblicati sui canali del comune più volte al giorno. Queste iniziative stanno funzionando perché i cittadini stanno rispondendo, creando una forte rete all'interno di Cerveteri".

Come sta reagendo la cittadinanza?

"C'è una stragrande maggioranza di persone che sta rispondendo benissimo, una piccola minoranza di persone che non hanno preso sul serio la cosa e rendono necessari continui interventi. Ieri è stata una bella giornata e alcuni sono andati sul lungomare e nei parchi, nonostante l'accesso fosse interdetto. Addirittura alcune persone sono andate a messa e, pur ascoltando dall'esterno, hanno creato un assembramento non consentito. Cerveteri è una città con pochissimo personale e pochissimi vigili urbani, e siccome il lavoro di controllo va fatto autonomamente senza grande sostegno da parte di altri, è impossibile riuscire con le forze a disposizione. Il territorio cittadino poi è molto esteso, più di  Milano, Napoli e Torino in termini di chilometri quadrati. Molto conta sulla responsabilità dei singoli cittadini".

Crede che nella settimana appena iniziata si possa toccare il picco?

"Temo che una settimana non sia sufficiente, in base ai dati che arrivano dai sindaci del nord con cui sono in contatto. Il motivo è che la maggior parte delle persone che hanno la malattia sono asintomatiche o paucisintomatiche e quindi non hanno nemmeno il dubbio di essere contagiate. Alcuni hanno sottovalutato il problema, quindi continuano a comportarsi come se niente fosse. Mi auguro che questa sia la settimana determinante, però ho il sospetto che serva un po' più di tempo di quello che ci aspettiamo. Spero di sbagliarmi, il mio mestiere non è quello di virologo o epidemiologo, io faccio il sindaco".

Un suo appello

"Vorrei dire a tutti quanti, soprattutto ai più giovani che, senza la scuola e chiusi dentro casa, immagino stiano soffrendo di più, di rispettare le regole. Questo termine che noi ci siamo imposti di qualche settimana di autoisolamento è un qualcosa che se non siamo bravi verrà prolungato. E soprattutto in quel caso il contagio continuerà a diffondersi e il sistema sanitario non sarà in grado di supportare il carico che arriverà dai potenziali malati. Ieri è stato fatto un bellissimo video dal comune di Latina che oggi proporrò sul sito del mio comune. Nel video si diceva che quando ci saranno pochi posti letto, se arriveranno all'ospedale due persone verrà sempre salvato il più giovane, quello che sta meglio. E siccome noi potremmo essere i non salvati, se non lo vogliamo fare per gli altri almeno facciamolo per noi stessi. Io credo che sia giusto farlo per gli altri, ma se questo messaggio non arriva almeno vorrei che le persone capissero che può arrivare un momento in cui si dovrà scegliere tra loro e qualcun altro. A quel punto potrebbe essere scelto l'altro perché qualcuno di più giovane c'è sempre. Per evitare questa situazione, dipende da noi, stiamo a casa e facciamo questo sacrificio".

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