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Casale, parla Giuffredi: "Non permetterò a Corona di far diventare carne da macello un mio giocatore"

di Jessica Reatini

Mario Giuffredi, agente di Nicolò Casale, non ci sta. Le accuse lanciate da Fabrizio Corona, che ha coinvolto il calciatore biancoceleste nell'ambito delle scommesse illegali, hanno portato a una reazione forte dell'agente del giocatore riportata in un'intervista ai microfoni di TvPlay: "Nicolò ha sporto querela presso la Procura di Milano con l’assistenza dello studio Furgiuele. L’inchiesta principale, per ora, è quella di Torino ed il Procurare stesso ha dichiarato che Nicolò non è indagato. Se un’altra procura stesse indagando su di lui senza che Nicolò lo sappia, vuol dire che l’indagine è segreta e Corona e la sua talpa stanno inquinando illecitamente le fonti di prova".

REAZIONE - "Nicolò è un giocatore importante, gioca in una squadra importante come la Lazio, è fresco di convocazione in nazionale. Stiamo parlando di un ragazzo serio che non ha nessun tipo di problema. L’unico suo ‘problema’ è sopportare il suo procuratore. Le altre problematiche sono invenzioni di Corona e, se non denuncerà l’autore delle calunnie su Nicolò, con la me*da fino al collo ci sarà lui. Anche perché noi lo abbiamo già denunciato. Evidentemente non gli sono bastate le condanne accumulate sinora, vuol passare il resto della sua vita a difendersi in giudizio e risarcire le persone e le società che ha diffamato per avere notorietà"

​​​​​​CASALE - "Come sta? Sereno e tranquillo. Ovvio che un ragazzo diffamato in modo così violento sia turbato ed amareggiato. Mi dispiace che in un momento iniziale della stagione, in cui non ha reso ai suoi livelli debba fare pure i conti con le calunnie di Corona. Ma, sono certo che saprà reagire dimostrando di essere un grande calciatore ed una persona serissima. Agli sportivi professionisti è vietato scommettere su eventi sportivi ed i ragazzi che rappresento lo sanno bene e non si sognano di farlo. E non permetterò a Corona né a nessun altro far diventare carne da macello un mio giocatore. Se poi nel tempo libero giocano a poker tra di loro, come tanti ragazzi della loro età, non m’interessa. I miei colleghi fanno il massimo per tutelare i loro assistiti come me. Non c’è nessun collega che non faccia l’interesse del proprio assistito. Io personalmente lavoro 20 ore al giorno e mi avvalgo dei migliori professionisti e consulenti. Dei miei giocatori conosco vita, morte e miracoli. Non entro nella loro vita privata, ma osservo e controllo tutto, attentamente, con discrezione. Se penso che un mio giocatore sta commettendo degli errori, che magari non integrano illeciti sportivi, gli parlo e cerco di farglielo capire. Quindi escludo che un mio giocatore possa essersi ‘inguaiato fino al collo’, come ha dichiarato Corona. Se un mio giocatore dovesse avere un problema, io sarei il primo a saperlo: perché sono un punto di riferimento per loro".

CORONA - "Non lo conosco. So ch’è stato condannato per gravi reati, anche ai danni di calciatori e quindi ho una pessima considerazione di lui e spero che giri alla larga dai miei giocatori. In generale mi auguro che i giovani non prendano esempio da una persona come lui. Credo si tratti dell’uomo meno indicato per giudicare o parlare di ragazzi che hanno dedicato la loro vita allo sport, diversamente da lui. Essere una star dei social non significa essere una persona per bene. Corona è già stato ripetutamente giudicato da chi ha i titoli per farlo e penso che farebbe bene a cambiare registro per non passare il resto della sua vita tra studi legali ed aule di giustizia. Mi sorprende e dispiace che nel 2023 ci sia ancora gente che gli dà credito e gli consente di commettere reati in televisione. Non compete a me giudicarlo. Chiarire? Non c’è nulla da chiarire, farebbe bene a ritrattare pubblicamente le sue calunnie. Dopo potrei anche incontrarlo, anche se non saprei di cosa parlare con lui, abbiamo storie molto diverse".

Pubblicato il 20/10


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