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Andreas Pereira: "Vorrei continuare alla Lazio. Io allo United per Ronaldo. E su Mourinho..."

di Elena Bravetti
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Il futuro di Andreas Pereira è tutto da scrivere. Di proprietà del Manchester United, il brasiliano ha trascorso questa stagione tra le fila della Lazio, senza tuttavia trovare lo spazio e la continuità che, probabilmente, si aspettava. Il club biancoceleste ha un'opzione che può sfruttare per tenerlo in squadra, ma al momento verrebbe più facile pensare a una diversa destinazione per il classe '96. Nel frattempo, Andreas ha parlato del campionato di Serie A, delle intenzioni per il futuro e di alcuni top player che ha avuto modo di incontrare nuovamente in Italia. Di seguito, alcuni frammenti dell'intervista rilasciata a ColinInterview: "Cristiano Ronaldo? Sono andato allo United per lui, per il suo modo di giocare. L'ho ritrovato qui a Roma. Prima della partita, gli avevo chiesto ‘Cris, a fine gara puoi darmi la maglia?’. Poi l’ho visto andare direttamente negli spogliatoi e ho immaginavo si fosse dimenticato. Mi sono detto di lasciarlo tranquillo visto che era arrabbiato. Quando sono andato dentro anche io, stavo parlando con Alex Sandro. Lui è venuto e mi ha detto: 'Non mi sono dimenticato di te, ecco la tua maglia'. L’ha firmata e me l’ha data".

LA PRIMA VOLTA CON NEYMAR - "Sono rimasto scioccato la prima volta che l’ho visto. Credevo fosse una sorta di star, un po’ arrogante. Ma quanto ci siamo visti la prima volta, lui è venuto da me e mi ha detto ‘qualsiasi cosa tu abbia bisogno, dimmelo e ti aiuterò’. È tutto il contrario rispetto all’immagine che si ha di lui. È molto simpatico, calmo. Non gli interessa cosa dicono gli altri di lui, è nel suo mondo. Tutti sanno sia un giocatore incredibile, ma in allenamento fa cose ancor più strabilianti".

IL FUTURO - "Premier, Serie A e Liga? Sono dei super campionati. Quello inglese è molto fisico, fatto di contatti. E come vedi non ho il fisico ideale (ride, ndr). A parte gli scherzi, ho amato giocare in Inghilterra. Ma quello spagnolo è più il mio stile di gioco. Più  tecnico, bisogna pensare velocemente. Futuro? Mi piacerebbe rimanere e giocare ancora alla Lazio, ma questo dipende dal colloquio con lo United e da cosa il Manchester vorrà fare. Ho un contratto con il club, per me è come una seconda casa. Sono lì da quando avevo 16 anni, parlo sempre con le persone che lavorano nella società. Lukaku? Molti sono sorpresi di ciò che stia facendo in Italia, ma noi no, giocatori dello United. In Inghilterra tutti sanno che incredibile giocatore sia".

IL RAPPORTO CON POGBA - Pereira ha colto l'occasione per spiegare un episodio che lo ha per protagonista insieme a Pogba e che lo mise al centro delle critiche da parte di media e tifosi: "Non ci saremmo mai permessi di prenderci gioco dei nostri compagni. Stavamo vincendo 1-0, abbiamo postato la foto. Ma all’Old Trafford non c’è una buona linea del telefono. Paul ha pubblicato la foto, ma non è andata, è rimasta in sospeso. Quando siamo usciti dallo stadio, la pubblicazione è terminata. Era finita la partita, e avevamo perso. Le persone ci hanno criticato, ma noi l’avevamo messa dopo il nostro gol. Mourinho non ha compreso, ha visto la storia e si è arrabbiato con noi. Ci ha chiesto spiegazioni, ne abbiamo parlato e si è chiuso il caso".

MOURINHO - "Quando sono arrivato allo United, molti giocatori mi avevano detto che con lui era difficile. Che chiedeva tanto ai calciatori. Mi sono detto fosse normale per un allenatore di quel livello. Quando abbiamo iniziato la preparazione, tutto è andato bene, ho avuto una buona relazione con lui perché parlavamo in portoghese. I giocatori però erano esausti, sentivamo che lui stesse chiedendo loro troppo. Le cose non sono più andate, e lui è andato via a dicembre o a gennaio”.

Pubblicato il 6/06

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