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Matias, il piccolo genio che tifa Lazio: la storia del bambino plusdotato

di Elena Bravetti
Fonte: Elena Bravetti - Lalaziosiamonoi.it

"Scusami se non ho risposto prima, ma ho tre maschietti a casa". Inizia così la chiacchierata con Cristian, papà di Gabriel, Matias e Sebastian. Da giorni si continua a parlare della loro famiglia, e soprattutto del figlio di mezzo, Matias. Il bimbo, che ha nove anni, è da sempre stato un piccolo "genietto", in grado di imparare a fare prima degli altri praticamente qualsiasi cosa: dal saper leggere al saper fare le operazioni. Basti pensare che Il suo quoziente intellettivo è di 150, in media un adulto varia da 90 a 100. "Matias è un bambino molto precoce. Ha iniziato a camminare molto presto, è un bimbo iperattivo. È sempre stato prestante dal punto di vista fisico, oltre che mentale. A livello cognitivo, ha iniziato a leggere a 3-4 anni, a fare le operazioni basilari intorno ai 5-6 anni. Il giorno della recita dell'ultimo anno di asilo, prima di passare alle elementari, lui era il presentatore e ha letto due paginette di fine spettacolo. È passato direttamente dalla seconda alla quarta elememtare. Adesso ha nove anni ma fa la quinta", ci spiega papà Cristian. 

Il suo essere a tutti gli effetti una bambino "plusdotato" porta con sé una serie di conseguenze non facili da gestire. I genitori, Cristian e Laura, ci sono riusciti. Certamente con tanto amore e impegno, ma anche col sostegno della scuola e con la competenza degli esperti della Fondazione Roma Litorale, in grado di dare gli strumenti necessari per comprendere la problematica e, ancor meglio, prenderle le contromisure. E poi c'è stata la Lazio, una sorta di filo rosso che unisce ogni componente della famiglia. "Una passione trasmessa di padre in figlio", spiega il papà, che prosegue, svelando anche come alla base della scelta dei nomi di due dei tre figli ci sia uno "zampino" biancoceleste: "Per sei anni sono stato istruttore della Lazio col Generale Coletta. Ho tre figli: il primo Gabriel perché l'ho fatto scegliere alla mamma, il secondo Matias perché io stavo a Parma quando Almeyda segnò il gol da 30 metri a Buffon. Siamo lazialissimi! Mio figlio più piccolo si chiama Sebastian. La mamma non me l'ha fatto chiamare Juan Sebastian, altrimenti l'avrei chiamato così, in onore di Veron, ovviamente". 

E ancora, parlando di quanto la Lazio abbia avuto, e continui ad avere tuttora, un posto di primo piano all'interno delle loro vite: "Quando frequentava la scuola calcio della Lazio, Gabriel è entrato con i giocatori in occasione di Lazio - Atalanta. Purtroppo abbiamo perso, ci segnò Maxi Morales, ma vedere mio figlio mano nella mano con i calciatori è stato emozionante. E Matias lo ripete sempre, vorrebbe fare come il fratello. Se andiamo allo stadio? Io sono stato abbonato per 25 anni. Adesso con loro riusciamo ad andare a vedere solamente le partite più fattibili a livello di orario. Ci siamo visti Lazio - Inter, quando giocano alle 12.30 o alle 15 di domenica è più semplice, si può fare. Altrimenti diventa difficile con tre bambini (ride, ndr)". Quando chiedo i nomi dei giocatori preferiti dai ragazzi, Cristian decide di far parlare direttamente loro. E l'episodio che ne risulta, è un vero spettacolo. Prima di tutto, parola al fratello maggiore: "Il mio soprannome a calcio? Skeggia. Giocatore preferito? Milinkovic". Poi è il turno di Matias: "In squadra mi chiamato Long John, ma il mio calciatore del cuore è Immobile". Infine, il piccolo, che ha un amore spassionato per Alessio Romagnoli.

La chiacchierata con Cristian è stata ricca di spunti e riflessioni. Sulla Lazio, certamente, ma anche su ciò che rispetto al calcio ha una valenza maggiore. La storia di Matias è un esempio, ma la sua problematica è "condivisa" da tanti bambini, seppur sia spesso confusa con altre situazioni e poco "comunicata". L'obiettivo principale è la sensibilizzazione, "perché le istituzioni devono venire incontro alle esigenze dei bambini", spiega il papà. Che prosegue: "Noi siamo una famiglia fortunata, siamo riusciti a far in modo che i nostri figli possano crescere nel modo migliore possibile. Chi non ha le stesse possibilità, cosa fa?". E proprio in merito a questo, la Fondazione Roma Litorale è un'eccellenza e un'eccezione perché, in maniera del tutto gratuita, sostiene le famiglie, consentendo di arrivare a una diagnosi precisa e, proprio a partire da quella, mettere a punto una sorta di "piano d'azione". Tra qualche giorno sarà attivo uno sportello dedicato proprio alla plusdotazione. Applaudendo il lavoro della Fondazione, ma facendo nostro l'appello di papà Cristian, "perché l'obiettivo è far in modo che, prima o poi, qualcosa di bello arrivi". 

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Pubblicato l'8/12 alle 19.00


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