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Lazio, Pascali: "Questa notte arriva al momento giusto. Stai attenta a..."

di Niccolò Di Leo

Mancano sempre meno ore alla partita tra la Lazio e il Celtic, valida per la quinta giornata della fase a gironi di Champions League e che mette in palio tre punti fondamentali tanto per i biancocelesie, quanto per la squadra di Rodgers. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, Manuel Pascali ci ha raccontato delle preoccupazione che possono impensierire Sarri, forte della sua lunga esperienza in Scozia con la maglia del Kilmarnock.

Che partita ti aspetti questa sera?

"Sarà una partita aperta. Il Celtic per restare attaccato al treno Europa devono per forza vincere oggi e contro il Feyenoord alla prossima, sperando che oggi vince l'Atletico Madrid. Non è facile, però, hanno un record imbarazzante nelle competizioni europee: nelle ultime 39 partite in Champions League ne hanno vinte due, pareggiate quattro e perse 32. Dall'altra parte giocheranno contro ua squadra in difficoltà, che sta vivendo un periodo complicato e ha molte defezioni. Mi aspetto una partita nervosa e con tanta adrenalina. La Lazio ha voglia di vincere per buttarsi alle spalle questo periodo negativo, andando avanti nella competizione. Queste sono quelle notti che arrivano al momento giusto, accompagnate dall'atmosfera della Champions  e da un pubblico che si getta con la stessa passione di sempre. Spesso in queste serate si tira fuori qualcosa di più. Rodgers fa bene a chiedere sangue freddo, perché giocare in un'atmosfera del genere non è facile".

La Lazio viene, appunto, da una serie di risultati altalenanti. Come te lo spieghi questo trend?

"Sicuramente c'è un insieme di circostanze. Lavorare molto con un allenatore, nel modo in cui lavora Sarri non è semplice, spesso il calciatore tende quasi a soffrire certe dinamiche ripetute nel tempo. La Lazio l'anno scorso ha fatto qualcosa di straordinario, arrivando addirittura seconda. Sta pagando secondo me la scarsa solidità difensiva, dopo quella che aveva trovato l'anno scorso con Romagnoli e Casale che io pensavo diventassero i titolari della Nazionale con Spalletti. Quest'anno ci sono grossi problemi anche in fase realizzativa con Immobile, Felipe Anderson e Zaccagni che non riescono a incidere. Infine si fa sentire l'assenza di un giocatore come Milinkovic-Savic, un giocatore indispensabile e oggi ci accorgiamo di quanto lo fosse. Al suo posto sono arrivati due buoni giocatori, non certezze, e che arrivano dall'estero. Oggi mancano i suoi assist, i suoi gol, la sua personalità, la capacità di risolvere le situazioni complicate. Era un alternativa anche a un giocatore fantastico come Luis Alberto che per, al pari di molti i giocatori di qualità, se marcato a uomo in una determinata maniera soffrono. Milinkovic a volte caricava su di sé questa pressione, liberando lo spagnolo". 

A cosa deve stare attenta la Lazio questa sera?

"All'intensità di gioco e al ritmo. Rodgers dovrebbe riuscire a recuperare qualche giocatore di gambe come Forrest che quando io giocavo in Scozia era uno dei giovani. E' uno che può avere quello strappo che cerca il Celtic. Nella loro natura non c'è quella di chiudersi e ripartire, ma andare subito a mille all'ora e alzare i ritmi, ben consci che sarà la loro ultima opportunità. Saranno fiduciosi del fatto che all'andata la partita si è risolta solo alla fine e che se la possono giocare, ma sanno di non poter sbagliare nulla". 

Pensi che il calcio scozzese sia sottovalutato?

"Ultimamente sono molto contento nel vedere che i calciatori scozzesi stiano abbracciando l'idea di andare all'estero e fare bene. Una volta il giocatore britannico era legato alla propria cultura calcistica e viaggiava poco, adesso è un mercato interessante come quello nord-europeo e a cui guardano con molto interesse tante piccole squadre perché costa poco. Emblematico è il Bologna che ha acquistato giocatori come Hickey e Ferguson, ma anche Ramadani che viene dall'Aberdeen e che con l'Albania ha conquistato la qualificazione all'Europeo. Sono giocatori che prima avrebbero fatto più fatica, questo fa capire che il campionato scozzese è un po' bistrattato, ma non di scarso livello come si può pensare. La nazionale scozzese ha fatto una crescita esponenziale, perché i suoi giocatori si stanno europeizzando". 

Tu hai giocato con Zaccagni al Cittadella quando era ancora una ragazzo. Com'era ai tempi e come ti spieghi questo momento di difficoltà?

"Mi ricordo benissimo quando arrivò Mattia. Era a gennaio, noi eravamo con il Cittadella in Lega Pro e quell'anno stravincemmo il campionato. Ricordo che era giovedì, quando noi di solito facevamo un'amichevole con la Primavera. All'epoca era mezz'ala, mi stupì subito. Aldilà dello strappo in velocità che è evidente, quello che ci colpì fu la personalità. Era giovane, aveva un grande carattere, nessuna paura, in una squadra di grandi, di prendersi le sue responsabilità. Quando salimmo in B non riuscimmo a tenerlo perché Pecchia, che di calcio ci capisce, se ne innamorò subito. Ricordo che quando vinse i playoff, tra l'altro in finale contro il Cittadella, a 23 si è preso sulle spalle una città intera come Verona. Era uno di quei giocatori che nelle partite importanti aveva la sana e positiva arroganza di assumere il ruolo di leader con tutte le difficoltà che ne comporta. Queste sono caratteristiche che lo rendono determinante. Oggi sta pagando dei problemi fisici che lo stanno tormentando. Lui è uno di quei giocatori che se non sta bene fisicamente viene meno nella brillantezza nell'uno contro uno e cala. La Lazio deve ritrovarlo, insieme a Immobile e Felipe Anderson per risalire. Sono sicuro che starà lavorando e lo farà senza saltare un giorno per ritrovare la forma fisica. E' uno che si sacrifica ed è disposto a giocare anche da infortunato". 

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